Pandemia / La prevenzione

Alla fine hanno vinto Pfizer e Moderna, ma dove vanno a finire i vaccini AstraZeneca e Janssen non consumati?

Da mesi prevalgono i preparati mRna Pfizer e Moderna, le ultime fiale dei vaccini ad adenovirus dei depositi trentini sono state utilizzate per i lavoratori stagionali dell'agricoltura

di Patrizia Todesco

TRENTO. I vaccini AstraZeneca e Janssen (Johnson & Johnson) avranno vita breve anche in Trentino.

Le poche dosi ancora disponibili sono in scadenza e da mesi ormai non vengono più rimpinguati i magazzini con questi tipi di vaccini.

Anzi, per diminuire le scorte già due mesi fa la farmacia del S. Chiara ha provveduto a restituirne una parte alla centrale Covid di Roma, circa 23 mila dosi per la precisione.

Dall'inizio della pandemia le dosi di vaccino AstraZeneca arrivate a Trento sono state 90.900 e 69.900 quelle distribuite ai punti vaccinali provinciali.

A Roma, a settembre, per evitare che scadessero tutte in casa, ne sono state restituite 13.500.

Gli stop e le indicazioni continuamente cambiate su questo medicinale hanno infatti drasticamente ridotto la sua attrattività spostando la preferenza degli utenti sui vaccini a mRna.

AstraZeneca è anche l'unico vaccino con dosi che sono scadute nei magazzini dell'Apss. 2.340 quelle buttate perché non consumate entro la data prevista, fine settembre.

A fine corsa anche il vaccino monodose Janssen che nelle scorse settimane è stato proposto ai lavoratori stagionali impegnati nella raccolta di frutta in valle di Non. Che non sia piaciuto lo dimostrano i numeri.

Di questo tipo di vaccino ne erano arrivate 18.900 dosi. 4.570 quelle distribuite e ben 9.650 quelle restituite a Roma.

Alto in questo caso anche il numero delle dosi scongelate e non consumate e dunque eliminate: 4.430.

Dopo le 100 dosi inviate a Cles per i lavoratori, ne rimangono appena 50 nei magazzini dell'Apss.

I numeri più alti sono ovviamente quelli dei due vaccini a mRna, Pfizer e Moderna. 661.922 le dosi di Pfizer arrivate e 560.010 quelle distribuite ai centri vaccinali.

Ne rimangono in magazzino per le prime dosi e i ritardatari 92.992 ma in questo caso, grazie alla proroga della scadenza, dovranno essere consumate entro fine marzo,

Consistenti anche le riserve di Moderna. Delle 133.400 dosi arrivate ne sono stati distribuite nei diversi punti vaccinali 71.310. In magazzino, attualmente, vi sono 63.110 dosi che andranno consumate tra la metà di febbraio e la metà di marzo.

Sono tutte conservate nel maxi frigorifero della farmacia del S. Chiara, a -20 come previsto. Le dosi Pfizer, invece, sono conservate a -80 in tre potenti refrigeratori. Una volta fuori, sia i vaccini Pfizer che Moderna devono essere consumati entro un mese. «Abbiamo scorte abbondanti per questi due tipi di vaccino per le terze dosi - conferma la dottoressa Sonia Bolego, farmacista che si occupata della gestione dei vaccini in Apss - ma ogni volta che abbiamo chiesto di restituire delle dosi alla centrale Covid di Roma si sono dimostrati sempre disponibili anche perché l'obiettivo è che questi vaccini non vadano sprecati».Intanto alla farmacia dell'ospedale S. Chiara sono già al lavoro per stoccare i vaccini antinfluenzali.

Tra quelli già arrivati in questi giorni e quelli in arrivo nei prossimi saranno disponibili a breve 110 mila dosi.

Un numero decisamente elevato anche alla luce del fatto che non è chiaro come la popolazione si comporterà.

Lo scorso anno vi era stata una vera e propria corsa ma l'influenza non si era fatta vedere. Grazie alle restrizioni e all'uso della mascherina tutte le malattie virali avevano avuto una drastica riduzione.

Quest'anno i primi casi di influenza sono già stati diagnosticati e a breve anche in Trentino partirà la campagna vaccinale con somministrazione gratuita per le persone dai 60 anni di età, per i bambini tra 6 mesi e 6 anni, per i soggetti che corrono un rischio di complicanze, nonché per gli addetti ai servizi pubblici di primario interesse.

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