Trento / Il caso

Vaccino al figlio, padre favorevole e madre contraria: deciderà il giudice

Il ragazzo minorenne vorrebbe immunizzarsi ma per procedere serve il consenso di entrambi i genitori, la vicenda è finita in tribunale

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di Sergio Damiani

TRENTO. Il vaccino contro il covid-19 divide anche le famiglie: padre e figlio sono favorevoli, la madre è assolutamente contraria.

Parte un ricorso d'urgenza e il caso finisce davanti al Tribunale civile di Trento chiamato a stabilire se procedere con il vaccino.

Una decisione - qualsiasi essa sia - che dovrà essere presa nell'esclusivo interesse del minore.

Nel ricorso l'avvocato Lorenzo Eccher, legale del genitore favorevole al vaccino, indica ragioni di tutela della salute (il ciclo completo ha un'efficacia superiore all'88%) ma anche ragioni di vita sociale (il ragazzino 16enne senza green pass non può fare sport e molte altre attività ludiche).

Da parte sua la madre, sin qui irremovibile anche dopo un tentativo di mediazione, sostiene che il vaccino contro il Covid 19 esporrebbe la salute del figlio a gravi pericoli, addirittura mortali.

La coppia di genitori - che vive in un una valle del Trentino orientale - è legalmente separata già da alcuni anni.

Le condizioni per lo scioglimento del matrimonio sono state concordate tra i due coniugi senza particolari contrasti ma badando al bene dei tre figli.

Figli che sono stati affidati ad entrambi i genitori anche se due bambini sono andati a vivere con la mamma ed uno, il maggiore, con il padre.

Il clima tra i due ex coniugi in quella che è stata sino ad ora una separazione senza particolari contrasti, si è surriscaldato con l'arrivo dei vaccini anti-covid.

Il figlio a più riprese ha chiesto di essere vaccinato, il padre si è detto d'accordo, ma la madre si è messa di traverso mettendo il suo veto.

I centri vaccinali, però, in caso di minorenni richiede la firma di entrambi i genitori.

Uno stallo che ora il padre del ragazzo tenta di superare per via giudiziaria.Nel ricorso l'avvocato Eccher ricorda che attualmente sono stati autorizzati dall'Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) i vaccini Comirnaty di Pfizer-BioNtech, Moderna, Vaxzevria di Astrazeneca e Janssen, in quanto unici vaccini che allo stato hanno superato tutti i test necessari a provarne la sicurezza e l'efficacia.

E di essi, per i minori è autorizzata la somministrazione di soli due farmaci, ossia Comirnaty di Pfizer-BioNtech e Moderna essendo stati rilevati per gli altri due effetti collaterali gravi nelle persone di giovane età.

Quanto all'efficacia dei vaccini, il ricorrente non ha dubbi: l'Istituto superiore di sanità - sottolinea l'avvocato Eccher - ha valutato che l'efficacia complessiva della vaccinazione è superiore al 70% nel prevenire l'infezione in vaccinati con ciclo incompleto e superiore all'88% per i vaccinati con ciclo completo; l'efficacia nel prevenire l'ospedalizzazione sale all'80,8% con ciclo incompleto e al 94,6% con ciclo completo; l'efficacia nel prevenire i ricoveri in terapia intensiva è pari all'88,1% con ciclo incompleto e al 97,3% con ciclo completo; l'efficacia nel prevenire il decesso è pari a 79,0% con ciclo incompleto e al 95,8% con ciclo completo.

Si citano anche ragioni di natura sociale che spingono verso il vaccino.

Nel ricorso si cita la lunga lista di attività vietate e di luoghi preclusi a chi non ha il green pass.

Secondo le ultime disposizioni approvate il 6 di agosto chi non ha il pass non può accedere a servizi di ristorazione, spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportivi, musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre, piscine, centri natatori, palestre, sport.

Non solo: dal primo di settembre l'obbligo di green pass è stato esteso a quasi tutti i servizi di trasporto.

In pratica, senza la vaccinazione la vita è "dimezzata". Per il giovane l'unico modo per avere il sospirato green pass è sottoporsi a tampone rapido ogni due giorni, una procedura che a lungo andare potrebbe anche provocare danni all'apparato naso-faringeo.

La parola ora passa al giudice civile, chiamato ad autorizzare (o negare) la somministrazione del vaccino contro il covid-19. Il ragazzo è pronto a testimoniare in Tribunale per raccontare al magistrato perché vuole essere vaccinato.

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