Sanità trentina, lo scorso anno oltre 210 le infezioni ospedaliere

di Francesco Terreri

L'anno scorso negli ospedali trentini ci sono state 214 infezioni contratte in ospedale, di cui 2 dovute a cure mediche, pari a un tasso di 2,70 infezioni per 100.000 dimissioni di pazienti acuti, e 212 infezioni post-chirurgiche, pari a un tasso di 295,06 per 100 mila dimessi. Le infezioni dovute a cure mediche sono in netto calo sia rispetto al 2015, quando i casi erano stati 6, sia su scala decennale, dove sono praticamente dimezzate. Le infezioni post-operatorie invece sono in aumento. Nel 2015 erano state 140, pari a 188,27 ogni 100 mila dimissioni. L'incremento è quindi del 56%. Un po' meno accentuato, ma sempre molto consistente, l'aumento rispetto al 2007, quando il tasso di infezioni post-chirurgiche era stato pari a 212,82: +38%.

Il quadro delle infezioni contratte dai pazienti in ospedale - che, se le analisi lo confermeranno, comprenderebbe il caso della piccola Sofia - è stato fatto in alcuni recenti congressi medici e viene riepilogato da Quotidianosanità.it sulla base dei dati dell'ultimo Rapporto annuale Sdo (Scheda di dimissione ospedaliera) del Ministero della Salute sull'attività di ricovero ospedaliero. Negli ultimi due anni il fenomeno delle infezioni ospedaliere sembrerebbe sotto controllo: in Italia tra il 2015 e il 2016 il tasso di infezioni dovute a cure mediche è in leggero aumento da 12,36 a 12,39 casi su 100 mila pazienti dimessi, mentre le infezioni chirurgiche crescono anch'esse di poco da 229,74 a 233,07 ogni 100 mila dimissioni. Ma il trend nazionale è in netto peggioramento se si osservano i dati di dieci anni fa, quando le infezioni dovute a cure mediche si fermavano a 6,90 su 100 mila pazienti e quelle post-chirurgiche erano a quota 144,59 sempre ogni 100 mila dimissioni.

 

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