«No ai vaccini obbligatori». Protesta a Trento Papà e mamme anti vax: più di mille in piazza

di Lorenzo Basso

Oltre un migliaio di persone sono scese in strada a Trento, nella serata di ieri, per protestare - al grido «Libertà di scelta» - contro il decreto legge che reintroduce l'obbligatorietà della vaccinazione per i bambini in età compresa tra i zero ed i 6 anni. Simile a quella tenutasi nei giorni passati in diverse città d'Italia, l'iniziativa, che trovato l'appoggio di tantissime famiglie arrivate da ogni angolo del Trentino Alto Adige, è stata organizzata dall'associazione «Vaccinare informati», nata più di un decennio fa per esprimere il proprio rifiuto nei confronti delle vaccinazioni obbligatorie e delle sanzioni previste per legge.

Tutti con maglia o camicia bianca, divenuto il colore simbolo del cosiddetto movimento «no-vax», i tanti partecipanti hanno attraversato, fiaccole alla mano, alcune strade del centro storico cittadino, esibendo cartelli e striscioni in cui si chiedeva il rispetto della libertà di decisione dei genitori in merito alla salute dei propri figli. Tra gli obbiettivi della protesta, anche quello di rilevare la presunta iniquità delle sanzioni pecuniarie e accessorie (tra cui l'esclusione dei bambini da nidi e scuole materne) previste dal decreto varato dal Governo nella scorse settimane.

«L'iniziativa - ha spiegato la portavoce dell'associazione Patrizia Filippi - nasce, al pari di quelle organizzate in tutte le principali città d'Italia, per difendere la libertà di scelta vaccinale. Noi non ci diciamo contrari ai vaccini, ma ci opponiamo alla loro obbligatorietà. Fortunatamente, nella nostra regione la popolazione si dimostra da tempo sensibile nei confronti di questa problematica, che riguarda, a nostro avviso, la libertà di ciascuna famiglia: da noi il movimento per una decisione consapevole e non prescritta dalla legge è sorto oltre vent'anni fa».

La marcia è iniziata in via Verdi dopo un primo momento di confronto tra i numerosi presenti, molti con i bambini al seguito, assiepati tra il dipartimento di Sociologia e il Palazzo della Società filarmonica di Trento. Sfilando lungo via Rosmini, il corteo ha attraversato via Rosmini in direzione Sud, portandosi poi fino in piazza di Fiera. Qui, con l'imbrunire, è stato fatto un girotondo alla luce delle fiaccole (delle torce elettriche avvolte in coni di carta bianca).

«Diciamo no - ha aggiunto Filippi - ad un Paese che vuole chiudere le porte delle scuole ad una determinata categoria di persone. Crediamo che la scuola debba rimanere aperta a tutti, anche a chi rifiuta una vaccinazione di massa uguale per tutti: le persone sono tutte diverse ed è necessario fare un percorso consapevole». In merito al rischio di diffusione di alcune patologie ed alle segnalazioni internazionali, la portavoce ha evidenziato come, a suo dire, le "preoccupazioni siano state tante volte ridimensionate", mentre ha inteso lanciare un appello al personale sanitario. «Chiediamo che i medici - ha specificato al riguardo Filippi - non siano spaventati, ma che scelgano in coscienza ciò che è meglio per i propri assistiti».

La canzone anti vaccini:

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