La crisi qualcosa ha insegnato Italiani più «forti» in economia

Pil, inflazione e disoccupazione entrano tra gli interessi degli italiani, dopo anni di crisi.

Quasi nove maggiorenni su dieci ritengono importante essere informati sui loro andamento e sette su dieci sono in grado di indicare un valore per l’andamento del prodotto interno, secondo il focus Istat «La conoscenza dei dati economici da parte dei consumatori italiani».

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1479931","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"795","width":"1518"}}]]

Al tempo stesso la grande maggioranza (l’81,4%) dice di utilizzare poco o per niente i dati economici al momento di prendere decisioni importanti in materia studio, lavoro, gestione del risparmio e acquisti. E uno su due boccia l’informazione economica dei media per qualità e affidabilità (il 48,7%).

Solo l’11,6% la trova buona (era il 15% nel 2015).
Ci sono comunque passi avanti: le persone in grado di esprimere un valore sull’andamento del Pil aumenta in modo consistente (fino al 71,8% dal 63,7% del 2015) e si dimezza da 0,5 punti a 0,2 la distanza tra l’opinione media espressa (+0,6%) e la misura ufficiale (+0,8% relativo al 2015).

L’inflazione resta un maggiore mistero per gli italiani: solo tre su dieci si azzardano a quantificarla e il valore che indicano (+3,8% per marzo 2016) è molto distante dal dato ufficiale (-0,2%). Sul tasso di disoccupazione, al contrario, le persone che esprimono una valutazione lo fanno in modo più accurato rispetto al 2015 (il divario passa da sette punti a meno di tre), ma sono in numero inferiore (passano dal 61,9% al 52,6%).

La scarsa fiducia nei mezzi di informazioni si accompagna a un minore ricorso a questi per conoscere i dati socio-economici.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1479936","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"768","width":"1206"}}]]

Calano così le percentuali di coloro che si servono della televisione (78,4%, contro l’81,1% del 2015), dei giornali (44,1%,  dal 46,7%) e anche delle informazioni trovate sul web (45,9%, contro il 48,8%), mentre aumenta (dal 20,0% al 20,7%) chi usa la radio. Altre fonti di informazione sono le discussioni con parenti e amici (10,6%), le pubblicazioni specializzate e scientifiche (6,2%) e i discorsi di personalità influenti del mondo politico ed economico (4,8%).

comments powered by Disqus