Troppe carie e poca pulizia dei denti

Le famiglie non educano i loro figli a sufficienza

di Patrizia Todesco

Troppe carie, troppa poca prevenzione, troppi divari tra la salute della bocca dei bimbi italiani e quella degli stranieri. Il dato emerge dallo studio dal titolo «Lo stato della salute orale nell'infanzia» che ha preso in esame gli screening effettuati tra il 2009 e il 2014. Lontanissimo l'obiettivo dell'Oms di avere, nel 2020, il 90% di bambini di 5-6 anni senza carie. Sulla questione, convinto che si possa e si debba fare di più, è sceso in campo anche Fausto Fiorile, presidente della Commissione Albo Odontoiatri dell'Ordine dei Medici. Ma torniamo ai numeri e all'«emergenza» carie nei bambini. 

Innanzitutto va detto che la carie non è un'inevitabile malattia dei denti dei bambini, ma una manifestazione che si può prevenire. Peccato che i bambini trentini non si preoccupino di questo e che le famiglie non facciano sufficiente cultura in merito. Tanto per fare un esempio, quattro bambini su dieci non si lavano i denti due volte al giorno e nel caso degli stranieri si arriva a 5 su 10. Sono stati 23.843, circa 4.770 all'anno, i bambini controllati tra il 2009 e il 2014. Col passare degli anni è aumentata la percentuale degli stranieri salita dal 10% del 2009 al 15,7% del 2014.

Quanti sono i bambini esenti da carie? Tra gli italiani il 70,9% (era il 72,2 l'anno precedente) secondo l'ultima rilevazione, tra gli stranieri appena il 32,3%. Un gap che si è allargato nell'ultimo anno. Va detto che la differenza marcata tra salute orale nella prima infanzia va quasi a scomparire con l'aumentare dell'età visto che l'indice di assistenza per denti permanenti nell'anno 2013/2014 è pari al 25,3% per gli italiani e il 23,2% per gli stranieri.

La colpa di questi dati comunque non incoraggianti? Sicuramente la scarsa igiene orale. I bambini inviati al secondo livello per igiene sono stati il 66% tra quelli italiani e il 49,8% tra gli stranieri. Per quanto riguarda le sigillature, invece, inviati il 78,2% degli italiani e il 71,6% degli stranieri. 

Considerati i forti investimenti economici dell'Azienda e della Provincia, secondo il servizio di epidemiologia clinica e valutativa dell'Azienda sanitaria che ha redatto lo studio, in coerenza con quanto indicato dal World Oral Health Report, dall'Oms e dalle Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la prevenzione delle patologie orali in età evolutiva del 2013, occorre «integrare i controlli odontoiatrici periodici con la promozione della pulizia dei denti regolare e accurata, l'utilizzo di fluoro e l'alimentazione equilibrata (con riduzione nell'assunzione di zuccheri e bevande gassate e zuccherate).  

Secondo il servizio sarebbe «raccomandabile quindi che fossero resi operativi nei distretti, in coerenza con le indicazioni dei Lea provinciali sull'odontoiatria, da un lato interventi informativi e di sensibilizzazione indirizzati in modo particolare alle categorie più a rischio (soggetti difficili da raggiungere) e dall'altra l'offerta di un reale percorso virtuoso da parte dei servizi». Prevenzione e informazione sulla salute orale, dunque, a partire dalla gravidanza, ma anche nel corso del puerperio e della prima infanzia. Spiegare ai genitori dunque, che prevenire è meglio che curare e che sono sufficienti poche regole per tenere lontano il dentista.

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