Alto Adige, scoppia la «guerra» dei cartelli in montagna: l'alluminio al posto del legno?

Nobile larice oppure volgare alluminio? È la domanda che in questi giorni molti appassionati della montagna si stanno ponendo in Alto Adige, dove è in corso un vivace dibattito sulla caduta di quello che era considerato uno degli ultimi tabù sulle Dolomiti, ovvero i cartelli rigorosamente in legno lungo i sentieri. Reinhold Messner si schiera con gli innovatori.

La segnaletica di montagna in Alto Adige non trova pace. Dopo le lunghe ed estenuanti polemiche sull’utilizzo dei toponimi italiani sui cartelli di montagna, ora l’opinione pubblica si divide sul materiale da utilizzare sui cartelli. Austria, Germania e Svizzera da tempo hanno optato per quelli in alluminio, che - così un accordo internazionale - sono rigorosamente gialli per essere ben visibili anche da lontano e nella nebbia. L’Alto Adige è invece finora rimasto fedele alle assi di legno di larice, considerate più belle ed ecologiche. Il loro svantaggio è che si deteriorano in fretta e che non possono contenere troppe informazioni con lettere che devono avere una certa dimensione, visto che vanno fresate nel legno.

Ora però il comune di Selva dei Molini, un piccolo comune a forte vocazione turistica in una valla laterale della valle Aurina, ha fatto da apripista istallando per la prima volta in Provincia di Bolzano cartelli in metallo. Il tema da giorni sta occupando la stampa locale di lingua tedesca.

Per gli uni si tratta di uno sfregio, per gli altri di un’innovazione necessaria. «Solo più l’Alto Adige scrive su legno», titola oggi in apertura il Dolomiten, schierandosi tra le righe con gli innovatori, come anche il senatore Hans Berger.

Secondo l’appassionato alpinista, albergatore ed ex assessore al turismo, i cartelli gialli non solo sono meglio visibili, ma possono tra l’altro contenere più informazioni, come per esempio il grado di difficoltà del sentiero, che Oltrebrennero viene indicato con un bollino blu, rosso oppure nero, come per le piste da sci. Anche il presidente dell’Alpenverein, il club alpino di lingua tedesca, Georg Simeon, non avrebbe dubbi. Già dieci anni fa aveva tentato di convincere la sua associazione, che gestisce la maggior parte dei sentieri di montagna e rifugi in Alto Adige, sull’utilità della segnaletica in metallo, ma la sua proposta fu bocciata a larghissima maggioranza. Il dibattito è appena iniziato ed è destinato a perdurare.

Per Reinhold Messner le tradizioni sono belle, ma in questo caso sta con il sindaco di Selva dei Molini, «che è un uomo coraggioso. Sfida l’Alpenverein che invece crede di dover salvare il mondo». «Tra l’altro - aggiunge il Re degli ottomila - i cartelli in legno spesso vengono identificati con la penosa polemica sui toponimi italiani, anche per questo motivo sarebbe giusto voltare pagina», dice.

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