Roma, corteo dei profughi Per una casa dopo lo sgombero

A Roma si è svolto oggi il corteo dei movimenti per la casa dopo lo sgombero del palazzo di via Curtatone dei giorni scorsi.

La Procura ha aperto un’inchiesta e vuole fare luce sulle modalità dell’occupazione: nello stabile sono state rinvenute ricevute, forse di affitti che farebbero ipotizzare un racket. Ma gli ex abitanti assicurano di non aver mai pagato.

La presidente della Camera Laura Boldrini: «Sì agli sgomberi, ma senza violenza, così diamo un pessima immagine».

«Non ci muoveremo da qui fino a quando non avremo risposte sull’emergenza abitativa», hanno detto stasera i partecipanti al corteo contro gli sgomberi in corso a Roma, all’arrivo in piazza Madonna di Loreto, accanto a piazza Venezia.

«Non andremo via - spiega Luciano, dei movimenti di Lotta per l’Abitare - fino a quando non ci daranno risposte sulla convocazione di un tavolo istituzionale con Comune, Regione e Prefettura.

È disponibile da subito una tranche da 40 milioni di euro per l’emergenza abitativa. Per queste persone noi chiediamo case popolari e non soluzioni provvisorie, anche a Rieti, come è stato proposto.

Siamo qui in maniera pacifica. Se credono abbiamo il coraggio di fare un’altra caccia all’uomo con donne e bambini come hanno fatto a piazza Indipendenza».
Durante il corteo è stato intonato anche il coro: «via, via la polizia».

Dal Meeting di Cl, netta presa di posizione di Pietro Parolin: «I migranti sono nostri fratelli». Il segretario di Stato Vaticano stigmatizza lo sgombero dei rifugiati a Roma: «Quelle immagini provocano sconcerto e dolore».

«Quelle immagini non possono che provocare sconcerto e dolore, soprattutto dalla violenza che si è manifestata. La violenza non è accettabile da nessuna parte». Le parole del numero del segretario di Stato vaticano, card. Pietro Parolin, pesano come un macigno su quanto accaduto nei giorni scorsi a Roma, a piazza Indipendenza. Intanto la polemica politica è ancora altissima. Critiche dure ai metodi violenti anche dalla Presidente della Camera Laura Boldrini: «Sgomberare gli edifici occupati con metodi anche gratuitamente violenti dà pessima immagine del nostro Paese».

Si parla ora di una possibile direttiva del ministro dell’Interno Marco Minniti che bloccherebbe altri sgomberi senza soluzioni abitative alternative.

A Roma i movimenti per la casa chiedono lo stop agli sgomberi e «case», non soluzioni abitative di altro tipo, come pure proposte.

«Vergogna, vergogna» lo slogan più gridato. I manifestanti hanno anche voluto smentire le notizie sull’ipotetico racket: «Non abbiamo mai pagato un affitto per abitare nel palazzo di via Curtatone. Raccoglievamo soldi ogni tanto quando si rompeva qualcosa per ripararla».

La politica continua a criticare, con vedute diverse e opposte, quanto sta accadendo. Loredana De Petris di Sinistra Italiana sottolinea: «È imprescindibile che il ministro dica chiaramente chi ha ordinato uno sgombro al di fuori delle regole e adotti sanzioni disciplinari adeguate».

Sul fronte opposto Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: «Gli occupanti di Piazza Indipendenza avrebbero rifiutato gli alloggi offerti. Questi ‘brutti alloggì schifati dagli immigrati si possono dare agli italiani bisognosi? E gli immigrati che hanno vissuto per anni nell’illegalità si possono cortesemente rispedire a casa loro?».

Per Roberto Fico di M5S «la gestione inadeguata degli sgomberi era talmente evidente che il Viminale dopo la pessima figura sta per fortuna facendo marcia indietro». «Il ministero degli interni valuta di sospendere gli sgomberi di stabili occupati abusivamente se non si troveranno alloggi alternativi? Se dovessero succedere sarebbe una violazione della legge», fa presente Roberto Calderoli della Lega.

La cosiddetta direttiva Minniti partirebbe dal pacchetto già varato ad aprile sulla sicurezza delle città in cui si stabiliva che i «livelli assistenziali degli aventi diritto» in caso di immobili occupati abusivamente «devono essere garantiti dalle regioni e dagli enti locali». A partire da qui è attesa un’ulteriore direttiva che dovrebbe prevedere nuove regole sugli sgomberi da attuare solo dopo aver trovato soluzioni abitative alternative.

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