M49 è sempre in fuga dal Casteller: localizzato in cima alla Marzola «aiutato» a evadere? Ipotesi al vaglio

L’orso trentino M49, conosciuto con il soprannome di Papillon, ora è davvero diventato il «re delle evasioni». La scorsa notte è fuggito per la seconda volta in un anno dal Centro faunistico del Casteller, a sud di Trento. La notizia l’ha comunicata il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ai consiglieri provinciali impegnati nella seduta sull’assestamento di bilancio.

Secondo il comunicato di aggiornamento della Provincia, l’orso si trova ora nella parte alta della Marzola, sopra Trento, zona che conosce bene perché già durante la prima fuga ha stazionato più di una settimana fra la Maranza, la cima, e il versante della Valsugana sopra Susà. Ieri il Comune dell'Altopiano della Vigolana ha diramato un avviso segnalando appunto la presenza dell'orso M49 in Marzola.

Colpisce però la sua capacità di evadere dalla prigionia. Questa volta, invece di scavalcare la recinzione esterna come aveva fatto il 28 aprile 2019, M49 prima è riuscito a superare la barriera elettrica, poi ha divelto la rete elettrosaldata costruita per evitare ulteriori fughe e ha piegato l’inferriata, dello spessore di 12 millimetri, fino a ricavarne un’apertura sufficiente per scivolare all’esterno. Infine la nuova fuga verso i boschi.

Una fuga - attuata fra l’altro in un punto in cui le telecamere di sorveglianza non riprendono - che ha fatto gridare al complotto: sui social sono molti che pensano ad un «aiuto» da parte di umani, per far scappare l’orso. Ma sia Fugatti che il capo dei Forestali Romano Masé hanno definito «poco attendibile» la versione. Pur annunciando ulteriori indagini.

Ad accorgersi dell’ennesima evasione, ieri mattina. è stato il personale di guardia del recinto che, nonostante il tutto sia avvenuto al di fuori del campo coperto dalle telecamere, ha notato come il segnale del radiocollare di M49 ad un certo punto partisse dall’esterno del recinto.

Il fatto che l’orso questa volta avesse il radiocollare indossato, a differenza della prima evasione avvenuta poche ore dopo la cattura nei boschi della Rendena cui era seguita una «latitanza» di oltre nove mesi, rende il presidente Fugatti ottimista circa lo sviluppo delle ricerche del fuggitivo. Già in tarda mattinata M49 è stato individuato dai forestali nei boschi della Marzola, sopra Trento. Il plantigrado ha però dimostrato in passato una grande capacità di spostarsi velocemente in altre zone.

Intanto, come avvenuto in altre occasioni, l’orso trentino sta innescando reazioni istituzionali e politiche: avvertito della fuga di M49, il ministro dell’ambiente Sergio Costa, che ha allertato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) che invierà un’ispezione a Trento oggi, non vuole sentir parlare di una nuova reclusione o peggio dell’abbattimento dell’orso fuggitivo. «La mia posizione rimane la stessa: ogni animale deve essere libero di vivere in base alla sua natura - dice Costa - Papillon ha il radiocollare e quindi rintracciabile e monitorabile facilmente, non ha mai fatto male a nessuno, solo danni materiali facilmente rimborsabili. Chiediamo che non venga rinchiuso e assolutamente non abbattuto».

Fugatti precisa che l’obiettivo è «rilanciare le interlocuzioni necessarie per individuare aree idonee - fuori provincia o all’estero - ad ospitare adeguatamente gli orsi problematici».
«Vale ancora l’ordinanza del luglio 2019 che prevede la cattura, ma resta l’ipotesi che, di fronte al pericolo per l’incolumità pubblica, si possa abbatterlo, anche se riteniamo che in questa fase il problema non si ponga».

Dal fronte animalista l’Enpa sottolinea come M49 abbia mantenuto la sua selvaticità mentre la Provincia Trento «non è in grado di gestire orsi del Trentino». Di «gestione fallimentare» degli orsi del Trentino parla anche la Lav che denuncia l’inadeguatezza del Centro Casteller e propone per M49, invece di una nuova cattura, un attento controllo dei suoi spostamenti.

Dal fronte degli agricoltori, Coldiretti sostiene invece che «occorre garantire la sicurezza dei cittadini, dei turisti e degli allevamenti messi in pericolo dalla nuova evasione dell’orso M49, autore in Trentino di ripetute incursioni in baite, rifugi, malghe e allevamenti con l’uccisione di mucche, pecore e cavalli».

Intanto M49, incurante delle polemiche, si gode la sua nuova libertà.

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