I furbetti della solidarietà: in vendita anche magliette con il nome di Chico Forti

La mobilitazione in favore di Chico Forti è in continua crescita. Ci sono persino i furbetti che tentano di approfittare dell’ondata emotiva per fare affari.

«Avendo avuto notizia - scrive in una nota Gianni Forti, zio di Chico - di iniziative commerciali miranti a sfruttare il nome di Chico Forti per vendita di prodotti vari ed altro (allo stato si tratta di magliette riportanti il nome di Chico), comunichiamo di non aver mai autorizzato alcuno per dette attività e di aver già dato incarico al legale nostro e di Chico di procedere nei suoi confronti. Vi invitiamo a non acquistare alcun prodotto e a non versare somme a titolo di donazione o quant’altro se non a mezzo dei canali o delle iniziative che sono o verranno pubblicizzate sui nostri social».

Tutti i contributi alla causa sono ben accetti purché passino attraverso i canali ufficiali, in primis il Comitato una chance per Chico. Per un furbetto che tenta di approfittare della situazione, ci sono miglia di persone che si mobilitano in modo disinteressato. Tra i tanti casi citiamo il titolare di un’azienda di Mezzolombardo del settore alimentare, la Dalmonego Bruno e figli.

Sui 10 furgoni della ditta sono state appese delle locandine con la scritta «Liberate Chico». Una bella iniziativa che ha contagiato il web: sono decine i negozianti e i ristoratori che hanno appeso locandine in favore di Chico. Tutti loro questa sera saranno davanti alla tv: alle 21 e 15 su Italia uno andrà in onda una intervista a Enrico Forti registrata dalle Iene nel carcere della Florida dove il trentino è rinchiuso da oltre 20 anni.

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