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Sull'Argentario recuperata l'antica "batteria" austroungarica di Forte Castel Vedro

Dopo i lavori di sistemazione, ora è visitabile (ma solo per gruppi organizzati): parte del sistema difensivo della stretta del Fersina, si raggiunge anche dalle Cave di Pila di Villamontagna

TREKKING Anna, 26 anni, con due asini, dalla Germania al Garda e ritorno

di Giorgio Battocchio

CIVEZZANO. Sabato scorso c'erano quasi 150 persone alla visita inaugurale del "Forte Castel Vedro" sul monte Calisio. Con partenza dalla piazza di Civezzano (454 mt. slm) un lungo serpentone si è inerpicato fino all'entrata del batteria in caverna del Castel (600 metri di quota).

In circa 40 minuti si è superato un faticoso dislivello di 150 metri su un sentiero di quasi due chilometri, a volte scosceso, della locale SAT (guidata da Cipriano Guido, una sezione con circa 550 iscritti) che andrebbe sistemato soprattutto adesso che vi è l'intenzione di creare un circuito per turisti. A detta di molti, una sistemata del sentiero, soprattutto nelle parti più ripide, è doverosa.

Comunque una seconda via più agevole per arrivare al sito può essere percorsa partendo dalle Cave di Pila nei pressi di Villamontagna. Le due vie sentieristiche completano un circuito a favore dei futuri visitatori che per adesso potranno accedere alla caverna solo in gruppi guidati. Infatti, un cancello preclude l'entrata a malintenzionati e contrasta atti di vandalismo.

Tutto è iniziato in piazza di Civezzano con i saluti ai partecipanti da parte della sindaca Katia Fortarel, del nuovo direttore dell'Ecomuseo Argentario Ivan Pintarelli e della guida Sandro Zanghellini. A loro si è poi aggiunto Giuseppe Gorfer sorpreso come gli altri dell'ampia partecipazione di persone interessate e tutte attrezzate per una camminata sotto un bel sole e nell'aria frizzantina del San Martino. Tanti adulti, e tra questi l'atleta di casa Antonio Molinari, ma anche bambini e adolescenti.

Gorfer ci tiene a sottolineare come il progetto ha visto una positiva sinergia. L'Ecomuseo dell'Argentario ha ripristinato i camminamenti, pulito la zona "Crocetta" e messo in sicurezza con luci e scalette metalliche la "batteria" grazie anche al contributo di 10.021 euro concesso su bando del Gal Orientale (Gruppo di Azione Locale Trentino Orientale). Importante poi l'azione del servizio provinciale SOVA (Servizio per il sostegno occupazionale e la valorizzazione ambientale), l'appoggio del Comune di Civezzano e la disponibilità della forestale.

La Circoscrizione Argentario, dove è stato progettato e lanciato nel 2001 l'Ecomuseo, era presente con il presidente Andrea Vilardi.Da ricordare che Castel Vedro per la sua posizione geografica ha pure una propria preistoria con la più antica antropizzazione mesolitica dell'Alta Valsugana. E il vicino Belvedere, sul quale troneggia una grande croce, dà prova della posizione strategica.

Oltre la visita ai tunnel della "Batteria" ci sono stati momenti culturali di approfondimento con l'intervento di alcuni esperti. Lo storico Andrea Casna ha illustrato l'iter della costruzione dei forti a fine 1800 intorno a Trento (Fortezza di Trento) ad opera dell'impero austro-ungarico e sul loro utilizzo nella strategia militare venutasi però a modificare velocemente con l'ammodernamento delle armi tanto da rendere poco efficaci nel tempo i forti poi abbandonati o declassati a magazzini perché inadatti a resistere all'artiglieria moderna.

Castel Vedro era un caposaldo a difesa della Valle del Fersina e dell'abitato di Civezzano. Stefano Delugan, consigliere dell'Ecomuseo, agroecologo e natural-tutor divulgatore esperto in dinamiche tra uomo e natura, sia essa coltivata o selvatica, ha spiegato il tipo di vegetazione floreale e arborea esistente in quella parte di montagna. La visita è continuata verso le Cave di Pila per raggiungere poi il Forte di Civezzano alla Tagliata, conosciuto come Cantanghel, con altre suggestive informazioni ambientali e storiche. Percorrendo il sentiero "alla Madonnina" si è rientrati soddisfatti a Civezzano.

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