Montagna / La polemica

Il Guinness toglie a Messner il titolo di "Re degli ottomila", lui replica: "Sono soltanto sciocchezze"

Il sito dei World Records riprende la tesi (giù pubblicata un anno fa) del giornalista tedesco secondo la quale era qualche metro sotto la vetta dell'Annapurna il punto raggiunto dall'alpinista con il compagno Hans Kammerlander nel 1985. Reazione indignata dei due scalatori altoatesini: lassù basta un crollo di neve e le cima si modifica, con queste uscite mediatiche infondate si mortificano l'alpinismo e i suoi protagonisti

SCONTRO Messner: «Ridicola la polemica sulla mia scalata all'Annapurna»
NANGA PARBAT Messner e il figlio Simon fra le cime in cui perse la vita Günther

TRENTO. Non sarebbe stato lui ad aver scalato per primo tutti i 14 ottomila. Secondo il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, Messner e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell'Annapurna. "Sciocchezze", replica il 79enne alpinista altoatesinio. "In primis - prosegue Messner - non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull'Annapurna di certo siamo stati io e Hans".

Già nell'agosto dell'anno scorso era scoppiata la polemica: Jurgalski, ripreso dall’agenzia Deutsche Presse, scrisse che l’alpinista altoatesino non avrebbe raggiunto la vetta dell’Annapurna, in Nepal. «Ridicolo - aveva replicato Messner - perché ho scalato una parete di 4000 metri e sono uscito sulla cresta della vetta, da lì poi giungendo in cima. Che qualcuno affermi che la cima è cinque o dieci metri accanto è assurdo, su queste cose non mi voglio soffermare» ha dichiarato Messner.

Messner replica al Guinness dei primati che gli ha tolto il record degli ottomila: «Solo sciocchezze»

Il libro Guinness dei primati toglie a Reinhold Messner la corona di Re degli ottomila. Non sarebbe stato lui ad aver scalato per primo tutti i 14 ottomila. Secondo il cronista di alpinismo tedesco Eberhard Jurgalski, Messner e Hans Kammerlander nel 1985 avrebbero mancato la vetta dell'Annapurna. "Sciocchezze", replica il 79enne all'ANSA. "In primis - prosegue - non ho mai rivendicato nessun record, perciò non mi possono disconoscere nulla. Inoltre, le montagne cambiano. Sono passati quasi 40 anni, se qualcuno è salito sull'Annapurna di certo siamo stati io e Hans".

(Credit: Reinhold Messner/Ansa)

Sul sito Guinness World Records l'americano Edmund Viesturs viene ora indicato come la prima persona ad aver scalato tutti i 14 ottomila tra il 1989 e il 2005. Si fa esplicitamente riferimento alle contestazioni di Jurgalski riguardo il vecchio record. "Nessuno che se ne intende di alpinismo metterebbe in dubbio la nostra impresa, Jurgalski infatti non ne sa nulla", risponde Messner. "La montagna cambia, come ogni cosa in natura. Soprattutto sull'Annapurna basta che crolli la cornice di neve e la vetta si abbassa di cinque metri", prosegue l'altoatesino.

"La cresta che porta alla vetta è lunga tre chilometri, Jurgalski ha semplicemente confuso la cima est con quella principale. Qui evidentemente qualcuno vuole farsi notare senza avere la minima competenza. L'alpinismo - ribadisce Messner - è cambiato negli anni. Prima tutto girava intorno alla conquista, ovvero le prime scalate delle vette inviolate, poi invece si è iniziato a puntare sulla difficoltà dell'impresa, come abbiamo fatto io e Hans scalando l'Annapurna da una parete interminabile e difficilissima durante una tempesta, che di per sé era già un'impresa".

Il 79enne comunque sottolinea che "l'alpinismo non è uno sport e per questo non esistono né competizioni né vincitori, per questo motivo le gare nelle palestre artificiali di roccia non sono alpinismo".

Dura anche la replica di Kammerlander: "Così si distrugge l'alpinismo. Non mi interessa il numero di ottomila scalati, ne ho abbastanza, ma tutto il dibattito è ridicolo".

"Ovviamente - aggiunge l'altoatesino - non esiste la certezza assoluta, erano altri tempi, senza gps. A quelle quote basta una tempesta di neve e la luce del sole offuscata. Siamo tuttora convinti di essere stati sulla vetta, ma chi sa se dietro al masso c'erano altri 5-6 metri da salire. Questo non toglierebbe comunque nulla alla nostra impresa", prosegue il 66enne.

In merito ad altre vette contestate Kammerlander si dice dispiaciuto per "altri alpinisti di altissimo livello, come Gerlinde Kaltenbrunner, che hanno sempre praticato un alpinismo pulitissimo e ora quasi passano per dei bugiardi. L'umanità davvero sta peggiorando", conclude rammaricato.

1985 - LA NOTIZIA

"Messner conquista l'Annapurna" titolò l'agenzia Ansa il primo maggio del 1985. "L'alpinista italiano Reinhold Messner - si legge nel testo - ha conquistato l'Annapurna, (8.091 metri) che occupa il decimo posto tra le vette più alte del mondo, da un versante inviolato, il 24 aprile scorso. Lo ha comunicato oggi il ministero del turismo nepalese". Il ministero - prosegue il lancio Ansa-Upi-Reuter da Katmandu - "in base ad informazioni giunte dal campo base, ha precisato che insieme a Messner, 41 anni, è giunto sulla vetta dell'Annapurna anche l'altro alpinista italiano Johann Kammerlander, 29 anni, di Acereto - Ahornach (Bolzano). Nessuno dei due scalatori, i quali hanno affrontato la parete settentrionale della montagna, ha fatto uso di ossigeno".

L'Ansa ricordò infine, che "Messner, di Funes-Villnoess (Bolzano), ha già conquistato undici vette al di sopra degli ottomila metri e, prima di partire per la spedizione dell'Annapurna, aveva dichiarato che intende scalare le ultime tre che gli rimangono, Lhotse, Makalu e Dhaulagiri primo, entro la fine del prossimo anno". Obiettivo che Messner portò effettivamente a termine nel 1986, diventando così - per quasi 40 anni - il Re degli ottomila. Al suo ritorno dall'Annapurna, il 27 maggio 1985, fu ricevuto dal presidente Sandro Pertini al Quirinale trattenendosi a colazione, così un altro lancio.

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