Bondone / Il dibattito

Invaso artificiale alle Viote, arriva lo stop della giunta

L’assessore Facchin: «Dalle valutazioni di impatto ambientale dell’opera emergono solo fattori negativi. Se nel futuro emergessero ipotesi per un uso più razionale e sostenibile dell'acqua, se ne potrà discutere. La proposta per com’è ora non avrebbe il via libera»

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di Fabio Peterlongo

BONDONE. L'assessore alla transizione ecologica Ezio Facchin ha espresso perplessità sull'opportunità di procedere con la realizzazione dell'invaso sul Monte Bondone, chiesto da Trento Funivie spa e albergatori. Massima cautela, dunque, sul bacino artificiale da collocare in località Viote volto all'innevamento delle piste da sci, che avrebbe grandi costi ambientali ed energetici. Insomma, per l'assessore la risposta agli operatori economici che premono per l'invaso è: «Per ora no».

Va ricordato che già nella scorsa consiliatura il progetto era stata fermato. Il cambio di direzione rispetto alle aspettative di Trento Funivie è emerso ieri nel corso della seduta della commissione comunale Ambiente, dove è stato discusso il rilancio della Rete di Riserve del Bondone: «Dalle valutazioni di impatto ambientale dell'opera emergono solo fattori negativi - ha detto chiaramente l'assessore Facchin - Se nel futuro emergessero ipotesi per un uso più razionale e sostenibile dell'acqua, se ne potrà discutere. La proposta per com'è ora non avrebbe il via libera della giunta».

La dirigente Paola Ricchi (Servizio sostenibilità e transizione Ecologica) ha delineato le principali criticità dell'invaso: «È stata riavviata la procedura di valutazione d'impatto ambientale - ha indicato Ricchi - Le criticità riguardano l'opportunità economica dell'intervento, ma anche la sua sostenibilità». I problemi infatti riguardano principalmente l'approvvigionamento delle acque che dovrebbero alimentare il bacino: «L'acqua verrebbe presa in parte dalle precipitazioni, in parte dal bacino più piccolo di Mezzavia, ma anche dalla rete idrica cittadina, e si pone dunque una questione di dispendio energetico».

L'acqua andrebbe «pompata» dal basso verso l'alto, con significativi costi energetici. La dirigente Ricchi ha lasciato intendere che la promozione della Rete di Riserve del Bondone punta soprattutto sulle opere di scala minore: «È necessario valorizzare i sentieri e puntare sulle opere di manutenzione e di recupero che portino le famiglie a frequentare la montagna». La direzione indicata è quella del «Parco naturale locale», che sviluppi in maniera «dolce» quella che viene chiamata la montagna di Trento (ma che in realtà è di competenza anche dei comuni confinanti).

Lo ha precisato anche il consigliere Michele Brugnara (Pd-Psi): «La proposta del "Parco Naturale" non è solo marketing, è un modo rispettoso di fare turismo in montagna, consapevole che la montagna non può essere "Disneyland". Si punti sulla manutenzione dei sentieri, sui percorsi per le mountain-bike, sui parchi giochi per bambini e ragazzi. Ci sono 200 mila euro stanziati per il progetto "Acropark", si prendano da lì i fondi per fare i parchi giochi».

Netto il commento del consigliere Andreas Fernandez (Europa Verde): «La questione dell'invaso va presa con le punte, non dimentichiamo che il Bondone è di tutti, non solo degli operatori economici. L'economia delle piste da sci è al momento in accanimento terapeutico, bisognerà decidere da che parte stare».

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