Bondone / Il dibattito

Un bacino artificiale alle Viote? La Circoscrizione alza le barricate

Il presidente Benedetti: «Quell’area è uno dei punti più naturalistici della zona. Le Funivie lavorano senza ascoltarci». Intanto Marco Ianes annuncia il ricorso, in caso si volesse procedere con il progetto. Tra le ipotesi di mediazione c’è l’utilizzo dell’area di Mezavia

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di Nicola Maschio

BONDONE. Sorpresa e preoccupazione. Il dibattito attorno al progetto del nuovo bacino idrico artificiale alle Viote, sul monte Bondone, si è riacceso in questi giorni dopo l'incontro organizzato da Trento Funivie lo scorso 12 luglio. A quest'ultimo hanno preso parte anche il Comune di Trento, le Asuc locali, l'Appa, la Protezione civile, la Rete delle riserve e l'azienda forestale di Trento-Sopramonte.

Un momento in cui è stata presentata l'idea, scelta tra le diverse portate avanti nell'ultimo periodo, che vedrebbe appunto la realizzazione del bacino in una zona (quella tra la Val dei Cavai e la Val del Merlo a poco meno di 1.600 metri di altitudine) che, tuttavia, ha creato non poche perplessità tra coloro che vivono quotidianamente la montagna. Dal canto loro, le Funivie ed in particolare il presidente Fulvio Rigotti hanno giustificato l'intervento dal punto di vista turistico: la nuova riserva d'acqua infatti, che verrebbe alimentata non solo dallo scioglimento dei ghiacciai primaverile ma anche dal torrente Vela, permetterebbe di raggiungere gli impianti di innevamento artificiale in Vason, rispondendo alle necessità di piste pronte in poco tempo durante la stagione invernale.

Ma è proprio questo è il motivo del contendere, visto che le parti opposte, tra cui la circoscrizione locale, sembrano essere particolarmente scettiche in merito alla progettualità. «Premesso che non sono stato invitato al momento di confronto, mi preme sottolineare che la nostra amministrazione circoscrizionale ha presentato, un anno e mezzo fa, un documento con una proposta alternativa - ha spiegato il presidente Alex Benetti - le Viote rappresentano uno dei punti più naturalistici dell'intero monte Bondone ma, a quanto pare, le nostre sollecitazioni non sono servite. Le Funivie stanno lavorando con totale mancanza di ascolto, quasi come se si volesse buttare sul tavolo una proposta irricevibile per puntare, solo in seguito, ad una mediazione. Gli impatti ambientali sarebbero importanti ed evidenti, ci sono da fare ragionamenti profondi prima di arrivare a una qualsiasi conclusione».

Insomma, la questione bacino sembra essere arrivata ad un bivio, tra chi punta a potenziare la zona dal punto di vista turistico e chi invece ritiene che l'area delle Viote sia stata già abbastanza "sfruttata" negli ultimi anni. Oltre a Benetti infatti, anche l'ambientalista Marco Ianes (l'Adige di domenica) ha sottolineato «l'allucinante perseveranza di certi personaggi che dicono di essere amici della montagna», anticipando ricorsi legali in caso di proseguo del progetto.

Ma quali sono le altre idee in ballo? Come sottolineato anche da Benetti, una potrebbe essere un nuovo investimento sulla zona di Mezavia: «Era la nostra alternativa già più di un anno fa. Ma al di là di questo, sembra ci si voglia concentrare sulle Viote senza considerare il resto della montagna. Toccare questa zona lo trovo rischioso. Il Comune di Trento? So che diverse persone, consiglieri e non, sono preoccupate. Se le Funivie credono che non ci sia altra soluzione ne prenderemo atto, considerando però che, al momento, ci sono veramente tante situazioni che spingono verso progetti alternativi. Occorre trovare un punto di equilibrio tra le necessità turistiche e quelle ambientali, senza creare situazioni difficili da gestire».

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