Montagna / Il caso

L'alpinista Giampaolo Corona è rientrato dal Nepal dopo la disavventura sull'Annapurna: ora è in ospedale a Brunico

Ieri, 4 maggio, l'atterraggio a Venezia e quindi il trasferimento in Alto Adige, dove il forte scalatore primierotto dovrà proseguire le terapie contro le conseguenze dei congelamenti subiti durante la discesa nel gelo dal celebre ottomila himalayano

IL RECUPERO Giampaolo è in salvo dopo l'intervento dell'elicottero a quota 7.400
IL RICOVERO "Sono in ospedale, dopo due notti passate all'aperto senza tenda"
LA GALLERY La sfida a uno dei monti celebri dell'Himalaya
LE CONDIZIONI Alla ricerca di una finestra utile fra nevicate e vento fortissimo

TRENTO. Dopo la disavventura sull'Annapurna, il congelamento e le prime cure in ospedale a Kathmandu, l'alpinista trentino Giampaolo Corona eri è rientrato dal Nepal e ora si trova in clinica in Alto Adige, per proseguire le terapie.

Il forte scalatore primierotto, 49 anni, una settimana fa aveva raggiunto la vetta del mitico ottomila himalayano, senza utilizzare ossigeno supplementare.

Ma durante la discesa, nel gelo e con una bufera di neve, ha incontrato delle difficoltà che lo hanno costretto a passare anche due notti all'aperto, senza nemmeno la tenda.

Alla fine è stato recuperato dai soccorritori, intervenuti con l'elicottero a quota 7 mila circa, perché le condizioni erano proibitive per poter proseguire sul terreno la discesa verso il campo base.

Dopo una prima fase di cure a Kathmandu, ieri Corona è arrivato all'aeroporto Marco Polo di Venezia e quindi è stato ricoverato in ospedale a Brunico, per continuare le terapie e la riabilitazione, che hanno lo scopo di minimizzare le conseguenze dei congelamenti subiti durante il difficile tentativo di rientro.

Simultaneamente all'esperto alpinista trentino, i soccorritori avevano portato in salvo uno scalatore svedese Tim Bogdanov, che a sua volta senza ossigeno esterno e ausilio di portatori aveva raggiunto la vetta insieme a Corona e all'austriaco Hans Wenzl.

L'allarme era scattato già nella notte di giovedì scorso, quando Corona e Bogdanov non erano rientrati al campo base insieme agli altri componenti della spedizione (che però erano dotati di bombole di ossigeno).

L'alpinista trentino Giampaolo Corona sull'Annapurna: sto bene e proseguo da solo

L'esperto scalatore primierotto rassicura tutti dopo l'allarme scattato per il mancato rientro una volta giunto sulla celebre vetta himalayana

In un primo momento, dopo un avvistamento aereo e un contatto radio, l'alpinista trentino sembrava in grado di proseguire in solitaria la discesa. Successivamente, però, complice un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo, si è reso necessario il recupero in emergenza.

La spedizione, composta da una dozzina di scalatori, già prima di partire verso la vetta aveva dovuto attendere una finestra meteo utile, fra giorni di neve, vento e gelo.

"Sono in ospedale - aveva raccontato Corona in un post Fb del 30 aprile - a Kathmandu. Il 28 ho raggiunto la cima dell'Annapurna. Senza ossigeno e senza sherpa d'alta quota. In discesa ci ha colti una tempesta e ho perso la via verso C4. Ho pernottato due notti all'aperto, a oltre 7000 metri, senza tenda, senza nulla da bere. Stamattina l'elicottero di soccorso della 7summit mi ha evacuato dapprima verso il BC poi fino a Kathmandu, in ospedale, dove sto curando i congelamenti che ho riportato. Conto di tornare in Italia presto. Grazie a tutti per il sostegno".

Ora l'attesa di tutti è di rivederlo presto in forma rientrare fra le cime del suo Primiero.

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