Rischio gelate, cresce la paura per il settore agricolo Gli esperti: potrebbe essere come nel 1997

La notte scorsa il primo assaggio, che si ripeterà oggi e poi tra giovedì e venerdì. Sono giorni di grande apprensione per il mondo agricolo trentino, visto che la possibilità di vedere rovinato il proprio raccolto, in parte o del tutto, è piuttosto reale.

E quindi i contadini stanno tendando di correre ai ripari in ogni modo: chi accendendo le girandole e utilizzando l’irrigazione soprachioma, chi provando a bagnare i terreni, chi addirittura aprendo i teli antigrandine per limitare il raffreddamento da irraggimento. Poi, naturalmente, ci sono le assicurazioni.

Da ieri pomeriggio e fino a giovedì sera, in quota, è previsto l’afflusso di aria più fredda, di circa cinque gradi.  ai valori attuali. Ciò rende possibili gelate da avvezione ieri e oggi e gelate da da irraggiamento nelle zone pianeggianti a tutte le quote tra giovedì e venerdì e tra venerdì e sabato.

A spiegare di cosa si tratta ci pensa l’esperto Andrea Piazza di Meteotrentino.

«Le gelate sono di tre tipi: da irraggiamento, da avvezione e miste. Le prime si hanno con cielo sereno e assenza di vento a causa dell’aria fredda che ristagna. Il metodo più efficace per contrastarle è l’irrigazione soprachioma: i fiori si congelano e cedono il calore, quindi la strategia è mantenerne la temperatura a zero gradi mentre all’esterno si è sotto zero. Le gelate da avvezione sono causate dall’aria molto fredda e provocano il congelamento dei fiori. E, purtroppo, è impossibile difendersi. Ieri notte e questa notte il rischio sarà nelle valli più alte».

Le variabili nelle previsioni meteo sono moltissime ed è difficile fare un discorso complessivo anche perché in Trentino ci sono coltivazioni a quote molto differenti. Inoltre, a seconda delle zone, sono più o meno presenti gli impianti per tentare di difendersi dalle gelate.

«La preoccupazione è tanta: i modelli e le carte parlano di condizioni molto simili a quelle del 1997».


 

APRILE 1997: DANNI PER MILIARDI

Un precedente inquieta i contadini trentini: nell’aprile del 1997, esattamente venti anni fa, infatti, si registrò un’improvvisa gelata che mise in ginocchio l’agricoltura in provincia.

Secondo gli esperti, fortunatamente, quella che arriverà domani e proseguirà per tutta la settimana dovrebbe essere di portata decisamente inferiore, anche perché in due decenni le tecnologie hanno permesso di fare incredibili passi in avanti nelle prevenzione.
Andando indietro nel tempo, quindi al 21 e 22 aprile di vent’anni fa, si registrano temperature fino a 11 gradi sotto zero: un’ondata anomala di freddo che, in periodo primaverile con la fioritura dei campi, colse impreparato chi lavorava nei campi.

Nell’arco di pochi giorni si passò dalle maniche corte alla giacca a vento, ma appunto i problemi non furono tanto per le persone, quanto per le coltivazioni.

L’amministrazione provinciale dell’epoca calcolò che andarono distrutti 2 milioni e 800 mila quintali di mele, pari al 70% della produzione. Il danno economico venne calcolato in una cifra compresa tra i 150 e i 160 miliardi delle «vecchie» lire.

Per trovare altri precedenti del genere legati a gelate tardive bisogna andare ben più indietro nel tempo. Un’ondata di freddo polare arrivò nel periodo di Pasqua nel 1981, quando l’ agricoltura trentina subì un colpo che distrusse quasi il 70% dei prodotti commerciabili.

Risale invece a ben sessanta anni fa, ovvero al maggio del 1957, un improvviso e repentino calo delle temperature che mandò in fumo oltre il 90% della produzione ortofrutticola provinciale.


 

LA CURIOSITÀ

Gli elicotteri, in Trentino, sono molto utilizzati. Non per questioni di turismo, ma per soccorrere e salvare vite. E se fosse di salvare le viti? Beh, dovremmo spostarci in Francia, ma anche in altre zone del mondo: lì, infatti, una soluzione contro i danni in agricoltura determinati dalle gelate sono proprio gli elicotteri. Questi mezzi «sparano» aria calda sui campi in modo da rimuovere quella gelida stagnante in basso e sciogliendo così la brina. Contro il ghiaccio nelle vigne in Francia si utilizzano anche le macchine del vento (anche queste spingono l’aria calda dall’alto), gli irrigatori e i bruciatori ad aria calda, quasi identici a quelli utilizzati nelle mongolfiere, con l’aria scaldata dal livello del suolo.

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