Nel mare di Rimini i liquami delle fogne

Rimini, per la Procura della Repubblica, in concorso tra loro, due dipendenti comunali e un imprenditore hanno causato lo sversamento dei liquami delle fogne dell’ultimo del canale Ausa in mare

Danno ambientale, possibile danno alla salute e danno d’immagine per Rimini, una delle mete turistiche più note per gli amanti della tintarella in spiaggia. Due dipendenti comunali e un imprenditore hanno permesso lo scarico di liquame fognario in mare. Si trattava di liquidi maleodoranti, sversati tra il bagno 27 e 28 di Rimini. E ora il pm Davide Ercolani - con decreto di citazione a giudizio - li ha mandati a processo.

Sono Massimo Totti, direttore di infrastrutture e ambiente, il dirigente Massimo Paganelli, l’impiegato comunale Franco Parmeggiani e il socio di una ditta di smaltimento rifiuti, Alberto Ticchi della Ecodemolizioni. Per la Procura della Repubblica, in concorso tra loro aveva consentito lo sversamento dei liquami delle fogne dell’ultimo del canale Ausa in mare. La notte dell’8 giugno 2012, verso le 4, guardia di finanza e nucleo ambientale polizia municipale erano intervenuti cogliendo sul fatto un dipendente dell’Ecodemoliziomi mentre con un escavatore lavorava sul bagnasciuga per permettere ai liquami di finire in mare.

Per gli inquirenti la ditta lavorò di notte per non essere vista e di comune accordo con i dirigenti del Comune per versare le fogne in mare.

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