Adesso ci manca anche l'acqua Si sta andando verso l'emergenza

Il grande caldo manda in crisi l'approvvigionamento idrico del Trentino: da una parte le richieste degli agricoltori che devono «pompare» acqua per l'irrigazione, dall'altra le esigenze delle società idroelettriche alle prese con gli alti consumi di corrente. In qualche caso è già emergenza: a Comano Terme è stata emessa l'ordinanza di divieto di utilizzo dell'acqua potabile per situazioni non domestiche, mentre a Trento il sindaco invita al risparmio. Il lago delle piazze, nel Pinetano, è ai minimi, come il Fersina a Pergine.

In Val di Non le preoccupazioni sono per le mele. «Per il momento acqua ne abbiamo a sufficienza» dice Giancarlo Sofia , presidente del Consorzio acquario di Cles (che assieme a quelli di Nanno, Tassullo e Tuenno attinge al Tresenica, emissario del lago di Tovel) che sdrammatizza. «Ormai quasi tutti i meleti sono irrigati a goccia, fino ad oggi disponiamo di 700 litri al secondo, ci bastano».

Siccità in Trentino

 

L'assenza di precipitazioni però preoccupa. «Le piante da bere ne hanno. Ma Tovel non preavvisa: magari oggi abbiamo 700 litri, domani 300, tutto d'un tratto. Allora bisogna iniziare a pompare acqua da Santa Giustina; ed in tal caso, per avere 70/80 litri al secondo sulle 24 ore, il costo ammonta a 1.500 euro al giorno. Se serve per soccorso, un paio di giorni, o al limite un paio di settimane, ci può stare. Oltre, significa azzerare i ricavi, se non andare in perdita».

Stesso problema in Val di Cembra dove l'Avisio è ai minimi termini e l'acqua viene dal lago delle Piazze di Pinè. Dove però il Comune protesta, come si può leggere nel pezzo a fianco.

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