Camera, sì al divieto di coltivazioni Ogm

I paletti agli Ogm recentemente posti dal Consiglio europeo, con la facoltà lasciata ai singoli Stati di proibirli o limitarli sul loro suolo, trovano sponda tra i parlamentari italiani, con la Camera che ha votato oggi un emendamento alla legge europea che prevede che il ministero delle politiche agricole dovrà richiedere alla commissione europea entro il 3 ottobre l’adeguamento dell’ambito geografico delle notifiche o delle domande presentate o delle autorizzazioni alla coltivazione di Ogm già concesse prima del 2 aprile 2015.

La norma introduce una ulteriore cautela, dato che risulta tuttora vigente il decreto interministeriale che sospende la coltivazione dell’unico prodotto autorizzato in Italia, il mais MON 810.

Secondo la normativa, in ogni caso, ove il richiedente confermi la sua domanda iniziale, il ministero potrà emanare «misure che limitano o vietano in tutto il territorio nazionale o in parte di esso la coltivazione di un Ogm o di un gruppo di Ogm definiti in base alla coltura o al tratto». Chi violerà il divieto sarà soggetto a multe da 25mila a 50mila euro e alla rimozione, a proprie spese, delle coltivazioni.

Grazie alla normativa europea sugli Ogm infatti ogni singolo Paese può chiedere di limitare  o vietare la coltivazione di un Ogm sul suo territorio sia durante la procedura di autorizzazione, sia dopo che questa sia stata concessa, sulla base di motivazioni «legate a obiettivi di politiche ambientali o agricole, oppure alla pianificazione urbana e del Paese, uso del suolo, impatto socio-economico, politiche pubbliche o di co-esistenza».

Secondo un’ analisi della Coldiretti sono calati del 3% i terreni seminati con organismi geneticamente modificati (Ogm) in Europa nel 2014. La superficie si è ridotta ad appena 143.016 ettari di mais biotech coltivati in soli 5 Paesi sui 28 che fanno parte dell’Unione.

Intanto Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei socialisti e democratici della commissione agricoltura del Parlamento europeo rende noto che l’organismo «si avvia verso una mozione di rigetto della proposta dell’esecutivo Ue che lascia liberi gli Stati membri di decidere se utilizzare o meno nel loro Paese prodotti a base di Ogm».

«Se si lascia a ogni Stato membro la libertà di vietare o meno la circolazione sul proprio territorio di un prodotto biotech autorizzato dall’Ue - osserva De Castro - si crea un mercato unico a macchia di leopardo».

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