Una giornata di follia per prenotare il vaccino

Migliaia di trentini hanno provato, lunedì scorso, a prenotare un vaccino per un parente anziano. Un caos totale sul sito dell'Azienda Sanitaria. Ne scrive una nostra lettrice, risponde il Direttore, Alberto Faustini.

Una giornata di follia per prenotare il vaccino

«Vaccino anti covid-19: da oggi si parte con gli over 80», ma… dove si arriva? Questa mattina, 2 Febbraio 2021, mi è giunta notizia (dai giornali) che in Trentino ha preso il via la campagna di vaccinazione anti Covid per gli over 80. Fiera dell’efficienza trentina, ho subito cercato di prenotare il vaccino per mia madre che è nata nel 1930, vive sola e naturalmente non ha familiarità con le prenotazioni online. Vado sul sito dell’azienda sanitaria, il sistema di prenotazione Cup online. Sembra semplice, intuitivo ma… è bloccato. Una rotellina gira a vuoto. Non accade nulla, non si accede. Ma io sono tenace, mai madre ha 90 anni e credo abbia diritto alla vaccinazione quanto prima. Chiamo il numero verde. Mi risponde una persona gentilissima, mi dice che purtroppo al momento non è possibile prendere prenotazioni, non ci sono appuntamenti in agenda, forse più avanti, richiami, anche domani, anche più tardi in mattinata…Mi consiglia di riprovare sul sito, forse si riesce… Io sono tenace, quindi riprovo. Ce la faccio! Entro, trovo un appuntamento non troppo lontano dalla città in cui abita, inserisco i dati alla velocità della luce, perché no, eh no, io non mi faccio mica fregare dal sistema. Ecco, quasi fatto, manca solo la conferma, ma… in quel momento la rotellina dell’attesa gira, gira, gira e la conferma non arriva.
Anzi, mi arriva un messaggio di errore che mi dice “no availability”. Ma io sono tenace, riprovo, sento che questa è diventata una competizione tra me e centinaia di altre persone che - come me - stanno cercando di prenotare il vaccino per loro stessi o, più probabilmente, per qualche parente anziano. Mors tua vita mea, eh, mi dispiace ma è la legge della giungla, miei cari. Mentre riprovo, immagino l’idealtipo del mio concorrente: donna di 55 anni (con madre anziana di 85), 2 figli adolescenti agguerriti come Rambo, un marito. Numero complessivo dei device in famiglia: 3 computer (ognuno con 2 browser), 4 smartphone, un tablet. Tutti connessi al sito https://cup.apss.tn.it/ . Tutti che con velocità impressionante inseriscono codicefiscalenumerodellatesserasanitiarianumeroditelefonoconfermadelnumeroditelefonoindirizzoemail e click! Schiaccia conferma! Totale familiare: 11 accessi al sito, una specie di 7º reggimento artiglieria simile a quello della breccia di Porta(le) Pia. Io sono tenace, ma non stupida. Mi fermo. Di fronte a tanta potenza di fuoco è inutile combattere. Allora mi fermo, rifletto e mi chiedo perché. Ma perché dobbiamo utilizzare questo sistema? Ma perché i familiari dei pazienti anziani o gli stessi pazienti anziani devono sottoporsi a questo stress, a questa frustrazione, alla paura di non ricevere il vaccino? Perché non sono stati organizzati degli scaglioni, delle fasce di prenotazione per anno di nascita? Perché non è stato dato un ordine, una qualche priorità agli accessi ? Perché scaricare sugli anziani, sugli operatori e sui familiari questa competizione per il vaccino?
E una domanda su tutte, perché sono tenace ma non stupida: perché non c’è stata la lungimiranza e l’azione politica da parte degli organi competenti, come la Provincia, la Giunta provinciale e l’Assessore alla salute?
Perché una riflessione di buon senso è stata scartata? Non so se sia peggio pensare che la lungimiranza politica non c’è stata piuttosto che pensare che ci sia stata e questo sia il risultato.

Chiara Orsingher


 

I trentini lo sanno, tranne i vertici di Azienda Sanitaria e Provincia

Penso che tutti i trentini - e non solo quelli che hanno vissuto esperienze analoghe (i racconti kafkiani sono molti) - si ritrovino in queste sue parole, salvo i vertici dell’Azienda e della Provincia, evidentemente. Azienda Sanitaria e Provincia hanno infatti in mano ogni dato necessario per mandare a tutti gli interessati una lettera con un appuntamento preciso, chiedendo semmai agli utenti (che a quell’età e con questa preoccupazione dovrebbero peraltro considerare il vaccino una priorità assoluta) di chiamare un numero specifico per modificare semmai data e ora, cosa che accadrà appunto in pochissimi casi, per le ragioni dette. Potrei consumare altre righe per ricordare a chi decide e organizza queste cose che gli over 80 non passano la giornata al computer e che non sempre dispongono di un esercito di figli e nipoti in grado di sferrare un attacco totale come quello che con ironico dolore ben descrive lei, ma mi sembra persino increscioso scrivere una cosa così ovvia. Grazie alle tecnologie di oggi, la task force per risolvere i nostri problemi doveva organizzarla la sanità, non ogni singola famiglia. In casi come questi, capisco chi non si sente più cittadino, ma suddito. Nei approfitto per ringraziare i tanti trentini che, come lei, o come mia sorella e la sua famiglia, hanno fatto la stessa cosa: passando ore al computer - talvolta vanamente - per ottenere un appuntamento. L’ufficio complicazioni cose semplici è evidentemente sempre aperto. Sia chiaro: non è facile organizzare una cosa del genere, ma delegarla a tutti noi è una scorciatoia insopportabile.

lettere@ladige.it

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