Provincia / Finanze

Ristori Irpef, Roma darà al Trentino meno della metà del previsto

Arriverà come ristoro dallo Stato solo il 45% del minor gettito previsto a causa della riforma dell'Irpef e per il solo anno 2024. La compensazione, prevista nell'emendamento alla manovra di bilancio depositata dal governo è dunque di 19.476.000 euro

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TRENTO. La Provincia, così come le altre autonomie speciali, riceverà come ristoro dallo Stato solo il 45% del minor gettito previsto a causa della riforma dell'Irpef e per il solo anno 2024 (visto che la riduzione degli scaglioni fiscali è prevista solo per un anno). La compensazione, prevista nell'emendamento alla manovra di bilancio depositata dal Governo per il Trentino è dunque di 19.476.000 euro a fronte di un minor gettito di circa 43 milioni.

La cifra, si legge nell'emendamento, è stata definita in attuazione «dell'accordo sottoscritto il 7 dicembre 2023» tra il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e «i presidenti delle regioni Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e le Province autonome di Trento e Bolzano».

Le autonomie speciali hanno però di che rimpiangere il governo Draghi, rispetto a quello guidato da Giorgia Meloni, almeno per quanto riguarda l'entità dei ristori, visto che Draghi, che aveva fatto la prima parte di riforma fiscale riducendo l'Irpef nel Bilancio per il 2022, aveva riconosciuto una compensazione totale del 100% alla Provincia di Trento e alle altre autonomie speciali.

La senatrice leghista trentina Elena Testor, relatrice della legge di Bilancio in commissione del Senato, però evidentemente si accontenta e canta vittoria: «Grazie a un emendamento del governo, che riflette quanto chiesto dalla Lega anche nel decreto fiscale di fine luglio, le amministrazioni ad autonomia speciale riceveranno risorse per compensare le minori quote di tributi ricevute. Fatti concreti per i trentini».

L'ex senatrice Donatella Conzatti (Italia Viva) nel novembre scorso aveva criticato il presidente Maurizio Fugatti e il collega altoatesino Arno Kompatscher perché nel nuovo accordo finanziario tra Stato e Provincia firmato a San Michele non si preveda la «clausola di sterilizzazione» dell'impatto sul bilancio provinciale della riduzione della pressione fiscale decisa dallo Stato. E adesso si capisce perché. L. P.

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