Economia / L'analisi

Caro energia, anche il mondo italiano del vino soffre: un miliardo e mezzo di extra costi

Il punto sulla situazione presentato dall'Osservatorio Uiv-Vinitaly: nella crisi globale a rimetterci più di tutte sono le piccole imprese

TRE BICCHIERI In Trentino brillano i Trentodoc, ma le novità importanti sono fra i rossi
CONVEGNO Enoturismo, futuro del vino, ruolo dei giovani: i percorsi di Trentodoc

TRENTO.  Anche il mondo del vino, storico traino per l'export del made in Italy e comparto di primo piano nell'economia trentina, comincia a fare i conti con i rincari di gas ed energia che potrebbero portare nei bilanci una falla da quasi 1,5 miliardi di euro.

A lanciare l'allarme l'indagine dell'Osservatorio Uiv-Vinitaly compiuta nell'ultima settimana su un panel in rappresentanza del 30% del mercato.

Ne emerge che l'incremento dei listini stimati dall'Osservatorio nei primi nove mesi di quest'anno è del 6,6%, insufficiente per coprire una variazione al rialzo dei prezzi che le imprese hanno richiesto nell'ordine dell'11%.

Il gap equivalente è pari a 600 milioni di euro di costi non coperti da ricavi che il vino italiano è costretto a sostenere per rimanere sul mercato.

Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, occorre "consolidare con un patto di filiera tutte le dinamiche che possano produrre un effetto cuscinetto a garanzia di competitività e mercato. Produttori, industriali, cooperative e distributori dovranno perciò assorbire parte degli aumenti per non scaricarli completamente sui consumatori ed evitare una pericolosa depressione dei consumi".

Nella crisi globale a rimetterci più di tutte sono le piccole imprese che producono, vinificano e imbottigliano tutto, o quasi, in casa propria. Diverso l'impatto sulla fascia premium, non solo perché in grado di assorbire meglio le variazioni ma anche in virtù di un mercato maggiormente disposto ad accettare le richieste di aumento dei listini.

A certificarlo la vivacità tra gli stand e gli eventi della Milano Wine Week, nonché i dati presentati dall'Ufficio Studi di Fipe Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi che sottolinea come a beneficiare della riapertura, post-pandemia, dei ristoranti sono i prodotti di maggior pregio.

Del resto l'analisi Mediobanca sulle società vitivinicole evidenzia che le vendite di vini premium sono cresciute del 14,5% in valore assoluto, i super premium addirittura del 24,5%, gli ultra premium del 32,7% e gli icon (bottiglie dal costo per il ristoratore superiore ai 50 euro) del 33,2%. Nel complesso, però, il 98% dei ristoratori ha registrato una crescita dei prezzi di acquisto del vino. In media, stima l'analisi FIpe, di un +12%.

Ma oltre ai prezzi anche la crisi pandemica ha suggerito di modificare la gestione della cantina. Il 55,5% dei ristoratori ha ridotto i quantitativi acquistati, mentre il 29,9% ha deciso di limitare il numero di etichette presenti in cantina e dunque in carta. In generale, si predilige l'acquisto di vini il cui costo varia tra le 5 e le 20 euro, con una spesa media a bottiglia da parte dei gestori di circa 17 euro.

E il 73,9% dei ristoratori italiani seleziona le bottiglie da tenere in cantina sulla base delle regioni dei vitigni: Trentino Alto Adige, per i vini bianchi, Toscana per i rossi e Puglia per i rosé. Complessivamente, conclude Fipe, gli italiani scelgono in gran parte vini sulla base del territorio di provenienza (68,2%), apprezzano particolarmente le etichette certificate bio (42,2%), ma tengono anche sempre più d'occhio il prezzo della bottiglia (48,9%).

LA RASSEGNA

Una Wine Boat del Consorzio Chianti, in partenza tutti i giorni dal molo del Naviglio Grande, è tra le proposte della Milano Wine Week, la manifestazione dedicata alla promozione, al racconto e all'esperienza del vino, di cui ha preso ufficialmente il via la quinta edizione.

La scelta degli organizzatori è stata quella di dare alla rassegna un approccio fortemente immersivo, improntato all'avvicinamento del pubblico tramite degustazioni e workshop, tra il nuovo hub di Palazzo Serbelloni, che accoglie le principali iniziative rivolte ai consumatori, e lo storico headquarter di Palazzo Bovara, polo di riferimento nell'ambito business.

Tornano anche i Wine District, nati come presidi dei Consorzi, che quest'anno sono sei. Tra le proposte, anche un Wine Bus con itinerario di degustazione alla scoperta degli angoli più belli di Milano.

Rivolta al pubblico anche l'iniziativa "Coravin per Keith Haring", che fino al 16 ottobre vede cinque ristoranti del capoluogo lombardo - Berton, Locanda alla Scala, 142 Restaurant, Locale e Desco - trasformare le proprie vetrine con il pattern del celebre artista newyorkese proponendo speciali menù degustazione.

Gli operatori del settore ieri si sono invece riuniti per i MWW Awards, giunti alla loro seconda edizione, che hanno premiato le migliori selezioni vinicole d'Italia sia nel settore della somministrazione con il "Premio Carta Vini" - tra i ristoranti St. Hubertus e Enoteca Pinchiorri per la categoria "Tre Stelle" - che in quello della distribuzione con il "Premio Wine Retail", dedicato al mondo della vendita al dettaglio.

Questo riconoscimento è stato assegnato a 4 realtà: Vinoteca al Chianti per le enoteche, Pellegrini per la distribuzione, 3K Wine per gli shop online e Trapizzino per le catene di distribuzione. Assegnati inoltre, a personaggi di spicco e realtà del settore, 8 premi speciali: tra questi, il riconoscimento al Miglior Sommelier Under 35, assegnato a Sebastian Ferrara, quello al Miglior Professionista del Vino "Consorzio Lugana", andato a Valentina Bertini,e il Premio alla Carriera "Milano Wine Week", consegnato a Hans Terze.

comments powered by Disqus