Economia / L'allarme

L'inflazione galoppa, Trento al vertice in Italia: si sfiora il 6%. Le associazioni: stangata da oltre mille euro annui sulle famiglie

In gennaio un nuovo balzo dell'aumento dei prezzi, sempre più forti le preoccupazioni per il carovita. In testa alla graduatoria nazionale c'è Bolzano, ma Trento arriva subito dopo accanto a Trieste. La media nazionale arriva al 4,8%, raggiungendo un livello che non si registrava da aprile 1996

L'ANALISI I rincari mostruosi dell'energia trascinano l'inflazione
LA TENDENZA Anche in dicembre un'impennata molto marcata in regione

ROMA. A gennaio l'inflazione accelera in tutte le ripartizioni geografiche e nella nostra area adesso sfiora il 6%, con il capoluogo Trento che è dietro solo a Bolzano nella temuta dinamica dell'aumento dei prezzi e del carovita.

La media nazionale arriva al 4,8%, raggiungendo un livello che non si registrava da aprile 1996.

Accelerano nel primo mese dell'anno anche i prezzi del cosiddetto carrello della spesa, i beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4% di dicembre a +3,2%). Così come i prezzi dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto (da +4,0% a +4,3%).

Ecco  il quadro per aree: sopra la media nelle isole (da +4,5% di dicembre a +5,5%), nel Nord-Est (da +4,0% a +5,4%) e nel Sud (da +4,1% a +5,0%), risulta pari al dato nazionale al Centro (da +3,9% a +4,8%), mentre si posiziona al di sotto nel Nord-Ovest (da +3,5% a +4,3%).

Lo rileva l'Istat diffondendo i dati definitivi sui prezzi al consumo a gennaio.

Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti l'inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+6,2%), Trento e Trieste (+5,9% per entrambe), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Milano (+3,9%) e Torino (+3,8%).

L'accelerazione dell'inflazione a gennaio certificata dall'Istat si tradurrà in una stangata per le famiglie.

Lo denunciano le associazioni dei consumatori che calcolano l'aumento dei costi e chiedono al governo di intervenire.

L'inflazione a 4,8%, secondo i calcoli dell'Unione Nazionale Consumatori, significa per una coppia con due figli, un aumento del costo della vita pari a 1.711 euro su base annua (844 solo per abitazione, acqua ed elettricità, 421 euro per i trasporti, 270 per mangiare e bere); per una coppia con 1 figlio, la maggior spesa annua è pari a 1.609 euro (846 per l'abitazione, 367 per i trasporti, 242 per mangiare); in media per una famiglia il rialzo complessivo è di 1.387 euro (794 per l'abitazione, 270 per i trasporti, 201 per il cibo e le bevande).

"Ma il primato della stangata spetta alle coppie senza figli con meno di 35 anni che, spendendo di più di quelle con figli per la casa, hanno un aggravio annuo di 1.789 euro, dei quali ben 1000 per la sola abitazione", spiega il presidente Massimiliano Dona, che commenta: "Una disfatta! Dati disastrosi che inguaiano le famiglie e il Paese, con effetti rovinosi sui consumi e sulla ripresa in corso. Una batosta dovuta ai prezzi di luce, gas e carburanti senza i quali l'inflazione tendenziale sarebbe solo all'1,8% invece che al 4,8%, più di 2 volte e mezza".

Secondo il Codacons, l'inflazione al +4,8% si traduce in un maggior esborso, considerata la totalità dei consumi di una famiglia "tipo", pari a +1.474 euro annui a nucleo.

"Un livello di inflazione così elevato non si registrava dal 1996 e rappresenta un massacro per le tasche degli italiani - afferma il presidente Carlo Rienzi - Il caro-energia traina la crescita dei prezzi al dettaglio e investe anche beni primari come gli alimentari, con il record dei vegetali che rispetto allo scorso anno subiscono un rincaro del +13,5%".

"Il Governo deve intervenire e in fretta, perché livelli così' elevati dei prezzi avranno ripercussioni immediate sul potere d'acquisto dei cittadini e sui consumi delle famiglie, con effetti devastanti per commercio ed economia - prosegue Rienzi - Sui prezzi pende inoltre la spada di Damocle dei nuovi rialzi delle tariffe luce e gas che scatteranno ad aprile, e che potrebbero determinare una nuova spinta inflazionistica portando i listini al dettaglio a livelli record".

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