Economia / L'allarme

I rincari mostruosi dell'energia trascinano l'inflazione. La Ue: sul gas subito una strategia comune

I beni energetici passano dal +29,1% di dicembre al +38,6% in gennaio. Altri aumenti pesanti nei generi alimentari non lavorati e nei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona

I DATI L'inflazione galoppa, Trento al vertice in Italia: si sfiora il 6%

ROMA. L'ulteriore e marcata accelerazione dell'inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1% di dicembre a +38,6%), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9% a +94,6%).

Lo rileva l'Istat diffondendo il dato definitivo sui prezzi al consumo a gennaio.

In misura minore è invece dovuta ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +22,0% a +22,9%), dei Beni alimentari non lavorati (da +3,6% a +5,3%) e a quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3% a +3,6%); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,6% a +1,5%).

"I beni energetici regolamentati trainano questa fiammata con una crescita su base annua mai registrata, ma tensioni inflazionistiche crescenti si manifestano anche in altri comparti merceologici", commenta l'Istituto di statistica, che aggiunge: "Ciononostante, la componente di fondo, al netto di energetici e alimentari freschi conferma il dato di dicembre grazie anche al rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti, i cui andamenti tendenziali sono ancora condizionati dalle limitazioni alla mobilità dovute alla pandemia".

 

 L'"inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +1,5%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6% a +1,8%. L'aumento congiunturale dell'indice generale, spiega l'Istat, è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+43,8%) e in misura minore a quelli degli Energetici non regolamentati (+3,0%), dei Beni alimentari non lavorati (+2,0%), degli Alimentari lavorati (+1,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%) e dei Beni durevoli (+0,8%).

Solo i Servizi relativi ai trasporti diminuiscono (-1,6%), a causa per lo più di fattori stagionali.

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +5,5% a +7,0%) e di un solo decimo di punto anche quelli dei servizi (da +1,7% a +1,8%); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni resta negativo (-5,2 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a dicembre (-3,8).

L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 5,1% su base annua (da +4,2% di dicembre); la stima preliminare era +5,3%.

La variazione su base mensile nulla, a differenza di quella del NIC, si deve all'avvio dei saldi invernali dell'abbigliamento e calzature, di cui il NIC non tiene conto, che determinano una flessione dei prezzi di questo comparto merceologico pari a -21,5%. L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell'1,4% su base mensile e del 4,7% su base annua.

Frattanto, sul fronte del gas, l'Unione europea invita gli Stati a una strategia comune e diffonde un documento in cui si individuano 12 azioni per una "risposta comune europea" al caro energia. Ieri sera il commissario Ue all'agricoltura Janusz Wojciechowski, parlando ai ministri in Consiglio, ha indicato la data del 2 marzo.

I prezzi del gas resteranno alti e voltatili e quelli dell'energia continueranno a essere un fattore chiave per l'inflazione nel 2022, si legge nel testo.

Le azioni prioritarie nel medio e lungo termine riguardano l'accelerazione dei permessi delle rinnovabili e della transizione all'idrogeno, e si indica anche un'ipotesi di target di produzione di biogas con 35 miliardi di metri cubi di produzione nel 2030.

Le azioni nell'immediato ("per essere preparati al prossimo inverno") riguardano il gas: maggiori stoccaggi, partenza di progetto pilota di stoccaggio comune già nel 2022 e aumento dell'approvvigionamento di Gnl. Il documento ricorda la situazione critica di settori come zinco e alluminio, con la metà della fonderie europee che è chiuso o funziona a scartamento ridotto, e i rischi che l'aumento del prezzo dei fertilizzanti (+142% in un anno) provochi inflazione dei prezzi alimentari.

Per quanto riguarda il sostegno a famiglie e imprese, prosegue la Comunicazione, gli interventi nazionali sono sempre quelli di più immediata efficacia, ma la Commissione potrebbe dare avallo politico all'uso di parte dei profitti degli operatori del mercato dell'energia dovuti alla fiammata dei prezzi per attenuare il caro bollette.

Tra le azioni individuate l'indagine in corso "prioritaria" su eventuali pratiche illegali del fornitore russo Gazprom, che "si sta comportando in modo insolito".

comments powered by Disqus