Voucher, Trentino tra le zone in cui sono più utilizzati

Secondo i dati dell’Inps relativi al 2016 diffusi nel quarto Rapporto della Uil, il Trentino è la diciannovesima provincia italiana (su 110) per numero di voucher utilizzati. Ma se rapportata al numero di abitanti, la percentuale sale ulteriormente nella graduatoria arrivando ai primi posti.

I settori che, anche in Trentino, più utilizzano i voucher sono, in ordine di grandezza, turismo, servizi, commercio, manifestazioni sportive e culturali, giardinaggio e pulizia, agricoltura e lavori domestici.

Sulla questione è previsto un referendum, su iniziativa della Cgil, ma la maggioranza di governoi tergiversa, probabilemente perché auspica di evitarlo tramite l’introduzione di un correttivo alle norme in vigore.

«Ancora tutto tace» sulla data in cui fissare il referendum sui quesiti relativi a voucher e responsabilità solidale degli appalti, dice il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, sottolineando che è passato «un mese di tempo, la metà di quello a disposizione» per calendarizzare la consultazione. Quanto alle proposte per trovare una soluzione sulla vicenda voucher, Camusso riscontra «ancora significative distanze».

Per tornare al Trentino, sempre più spesso, fa notare la Uil, il lavoro retribuito con i voucher viene quindi utilizzato come sostituto del contratto subordinato, per questo il sindacato ne chiede una revisione.

«Siamo, in sostanza, convinti che lo strumento possa avere una virtuosa funzione in casi limitati, determinati, appunto, dall’eccezionalità e finalizzati ad evitare situazioni di lavoro totalmente informale», afferma in una nota il segretario della Uil del Trentino, Walter Alotti. Il quale suggerisce di limitare l’utilizzo dei voucher a un massimo di due giornate consecutive, con un tetto annuo di compenso di 4.980 euro per il prestatore (in luogo degli attuali 7.000 euro) e un nuovo limite economico per il committente, cioè 1.200 euro l’anno, indipendentemente dal numero dei prestatori di lavoro.

«Riteniamo perciò che la strada maestra per le tutele nel lavoro sia, ancora una volta, quella dell’accordo - prosegue Alotti - il referendum promosso dalla Cgil, infatti, presenta troppi rischi: sia che si perda o non si raggiunga il quorum, sia che si vinca, perchè un’eventuale abolizione totale lascerebbe senza tutela coloro che potrebbero fruirne in modo lecito ed opportuno».

Giorgio Airaudo di Sinistra italiana rilancia frattanto la richiesta di referendum: «I voucher - dice - sono uno degli strumenti che hanno impoverito il lavoro rendendo ancora più fragili e precari i giovani lavoratori e le fasce più deboli della nostra società. Hanno esteso la precarietà, le diseguaglianze e l’insicurezza sociale. Per questo non possono essere riformati e non bastano operazioni di correzione. Il Parlamento li può abolire come chiesto da Sinistra Italiana, unica forza politica ad aver presentato una proposta abrogativa, o saranno gli italiani a farlo con il prossimo referendum. Dopo il referendum è necessario creare un nuovo strumento che contrattualizzi il lavoro occasionale.

Le altre proposte di legge di diversa regolamentazione dei voucher e/o di correzione sono più legate alla campagna elettorale o congressuali che agli interessi dei nuovi precari dei voucher, prosegue l’esponente della Sinistra», aggiunge.
«Il governo rispetti i tanti cittadini che hanno chiesto il referendum sul lavoro e fissi al più presto la data per il voto referendario. Sinistra Italiana chiede da tempo l’unificazione in un election day del voto amministrativo con i referendum sociali promossi dalla Cgil. Il governo è in ritardo», conclude Airaudo.

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