Export trentino: bene il vino, in calo le mele

I vini e le bollicine trentine salvano i distretti produttivi della regione, che nel secondo trimestre dell'anno perdono complessivamente l'1,5% delle loro vendite estere. Al contrario, l'export dei prodotti vitivinicoli della provincia cresce dell'8,4% rispetto allo stesso trimestre del 2013, sfiorando i 100 milioni di euro di vendite in tre mesi. Se si considera l'intero primo semestre, i nostri vini segnano un +7% rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso. Volano le vendite negli Stati Uniti, che registrano un balzo del 25%, ma decolla anche l'export in Scandinavia e in Giappone. Brutta battuta di arresto, invece, delle esportazioni di mele e andamento negativo di quelle del porfido

di Francesco Terreri

I vini e le bollicine trentine salvano i distretti produttivi della regione, che nel secondo trimestre dell'anno perdono complessivamente l'1,5% delle loro vendite estere. Al contrario, l'export dei prodotti vitivinicoli della provincia cresce dell'8,4% rispetto allo stesso trimestre del 2013, sfiorando i 100 milioni di euro di vendite in tre mesi. Se si considera l'intero primo semestre, i nostri vini segnano un +7% rispetto ai primi sei mesi dell'anno scorso. Volano le vendite negli Stati Uniti, che registrano un balzo del 25%, ma decolla anche l'export in Scandinavia e in Giappone. Brutta battuta di arresto, invece, delle esportazioni di mele e andamento negativo di quelle del porfido.


Il quadro delle performance sull'estero dei distretti del Nord Est è contenuto nel Monitor dei distretti industriali del Triveneto aggiornato al primo semestre 2014, a cura del Servizio studi e ricerche di Intesa Sanpaolo per conto di Cassa di Risparmio del Veneto, Cassa di Risparmio di Venezia, Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e Banca di Trento e Bolzano.
Nel secondo trimestre del 2014 le esportazioni dei distretti triveneti hanno mantenuto un buon ritmo di crescita, registrando un aumento tendenziale del 5%. Sono stati trainanti i distretti veneti (+5,5%), secondi nel panorama distrettuale italiano solo alle aree distrettuali del Piemonte e dell'Emilia Romagna. Pur rallentando, hanno mantenuto un buon ritmo di crescita anche i distretti friulani (+4,8%). Si sono invece portate in territorio lievemente negativo le vendite estere delle aree distrettuali del Trentino-Alto Adige (-1,5%), che ammontano nel trimestre a 362 milioni.


Questo risultato è la sintesi di andamenti differenziati all'interno della regione. L'unico distretto che vede una buona crescita delle vendite estere è, appunto, quello dei  vini rossi e bollicine di Trento . Si mantiene stabile (+0,6%) l'export di  mele dell'Alto Adige , che però cala dell'1,9% nel semestre. Perdono il 3,5% i  vini bianchi di Bolzano , anche se nel semestre tengono con un +1,8%, e il 9,5% il  legno e arredamento dell'Alto Adige  (-3,8% nei sei mesi).
È brusca invece la frenata delle vendite estere delle  mele del Trentino . L'export trimestrale ammonta a 17 milioni, oltre 4 in meno dell'analogo periodo del 2013 pari a una caduta del 20,6%. Considerando il semestre, il calo si attenua ma resta una perdita di export del 7,3%.

Per quanto riguarda il  porfido di Val di Cembra , il calo nel trimestre è del 16,5%, con 11,2 milioni di vendite estere, mentre nei primi sei mesi dell'anno la diminuzione è del 7,9%. Va male soprattutto il mercato francese.


Per quanto riguarda vini e bollicine trentine, il primo cliente restano gli  Stati Uniti , che nel trimestre hanno comprato per quasi 46 milioni (+24,6%). Segue la  Germania  con 19,4 milioni, dove però si registra un calo del 9,3% rispetto allo stesso periodo del 2013. Male anche il  Regno Unito : -6,3% a 14,4 milioni. Raddoppiano invece a 3,2 milioni le vendite in  Svezia , mentre in  Norvegia  salgono a 1,3 milioni (+32%). Tra i mercati extraeuropei, perde colpi il  Canada  ma decolla il  Giappone : +20% a 1,2 milioni.
Anche la frutta trentina esporta meno in  Germania  (-6%) ma soprattutto vede un crollo da oltre 4 a poco più di 1 milione di export in  Spagna  (-75%). I cali non sono compensati dai buoni risultati di Nord Africa e Medio Oriente, prima di tutto in Egitto, dove le vendite sono decuplicate, in Algeria (+12%), Israele, Giordania.

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