Gli affitti universitari non conoscono la crisi

C'è un mercato immobiliare senza crisi: è quello degli affitti per gli studenti universitari. Anche quest'anno è partita la corsa agli appartamenti, che non resteranno vuoti: magari i ragazzi - per risparmiare - fanno spazio ad un compagno in piùI tuoi commenti

di Fabia Sartori

studentiIl mercato degli affitti agli universitari non conosce crisi: gli appartamenti per studenti rappresentano una buona fetta del patrimonio immobiliare trentino. E soprattutto restano difficilmente «vuoti»: tutti i proprietari riescono a stipulare un contratto di locazione con gruppi di studenti domiciliati a Trento. Lo sostiene il presidente della Fimaa (Federazione italiana mediatori agenti d'affari)  Severino Rigotti .


La crisi porta con sé qualche cambiamento di tendenza. «I budget a disposizione delle famiglie per le spese connesse agli studi dei figli - prosegue - sono sempre più limitati». Spesso queste ristrettezze portano ad un cambiamento di abitudini come, ad esempio, l'aumento del numero di inquilini che condividono uno stesso appartamento. «Fino a qualche anno fa i miniappartamenti (con una sola stanza da letto) venivano chiesti in locazione da coppie di studenti o studentesse - dice - Attualmente capita molto spesso che siano tre universitari a "stingersi" in un locale che non supera i 65 metri quadrati, posizionando tre brande nella stanza da letto. In questo modo le spese possono essere suddivise».


I costi «pro capite» si attestano sui 200-250 euro/mese: quasi sempre sono comprese anche le spese condominiali. «Le utenze quali acqua, luce e gas sono spesso calcolate a parte - afferma Rigotti - ed incidono per una decina di euro a testa». Questo significa che il contratto d'affitto minimo prevede un canone di 600 euro per tre persone, che può salire fino a 1200 nel caso di sei studenti. Le quote possono variare a seconda della collocazione cittadina dell'immobile.


«Dal punto di vista contrattuale - aggiunge Rigotti - sono molti i proprietari di casa che scelgono di sfruttare la "cedolare secca". Questo regime fiscale impone di mantenere un canone d'affitto contenuto, senza aggiornamento annuale dello stesso, a fronte di una detassazione Irpef sull'immobile in affitto». Se i proprietari beneficiano di importanti sconti fiscali, gli studenti e le loro famiglie trovano canoni più abbordabili. «È molto utilizzato anche il «contratto universitario» per locazioni dai 3 ai 36 mesi - dice - che consente alle famiglie di defalcare dalle tasse circa 190 euro annui».


«La tipologia di sistemazione più richiesta - racconta il presidente della Fiaip (Federazione italiana agenti immobiliari professionali)  Michele Zaniboni  - è quella che coinvolge tre o quattro inquilini su una metratura di 80 o 100 metri quadrati». In questo caso le camere da letto a disposizione devono essere almeno un paio. «Non mancano - aggiunge - anche appartamenti di 150 metri quadrati in grado di ospitare sei studenti, ma in questo caso si rileva qualche difficoltà di convivenza maggiore per la ripartizione degli spazi comuni (bagni, cucina)». «In tal senso le problematiche sono anche connesse - completa Rigotti - all'eventuale abbandono da parte di uno degli studenti: il contratto è unico per tutti gli inquilini e se uno recede gli altri devono rispondere per la parte che riguarda il componente assente».

 

Rigotti e Zaniboni affermano che gli appartamenti in centro storico sono i più richiesti dagli universitari. «Senza dubbio preferiscono la città alla periferia - spiegano - Pochi studenti posseggono l'automobile e prediligono muoversi in bicicletta per brevi spostamenti cittadini. Anche gli iscritti alle facoltà della collina gravitano su Trento per poter sfruttare qualche occasione di svago serale». Requisito indispensabile il decoro delle abitazioni e degli arredamenti che le compongono.

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