«Il mattone è ritornato il miglior bene rifugio»

Bilancio positivo per la Cassa Rurale di Mezzolombardo e San Michele all'Adige. Il presidente Mauro Mendini analizza i dati e vede la luce in fondo al tunnel della crisi: «Siamo soddisfatti sull'export, va invece male il commercio al dettaglio»

di Mariano Marinolli

MEZZOLOMBARDO - Il 16 maggio gli oltre 1.700 soci della Carur di Mezzolombardo e San Michele saranno chiamati per approvare il bilancio 2013. Sarà un consuntivo di esercizio con una chiusura in attivo e il dato della raccolta risulterà in linea con la media delle altre Casse rurali, però le cifre non sono ancora definitive. Pertanto, il presidente della coop di credito,  Mauro Mendini , non si sbilancia e non fornisce alcuna anticipazione. Lascia però intendere che la percentuale delle sofferenze è largamente al di sotto di quel 7% della media provinciale, a conferma del buon stato di salute della banca e dell'affidabilità della clientela. 

Lo stato di sofferenza è addebitato soprattutto alle imprese: «Le famiglie riescono ancora a barcamenarsi in qualche modo - afferma il presidente Mendini - tranne quelle dove, per colpa della crisi, uno dei coniugi ha perso il posto di lavoro». 

Sono tante?

«Noi non abbiamo dati in relazione a questo fenomeno, però a giudicare dal forte aumento delle domande di sostentamento al tavolo della solidarietà è un numero sicuramente superiore rispetto l'anno scorso. C'è una stagnazione ancora forte, però i primi segnali di ripresa sono confortanti». Da cosa lo vedete? 

«La nostra impressione deriva da un pur timido ma progressivo aumento delle domande sui mutui per la casa. Il mercato immobiliare pare riprendersi dopo la paralisi dei mesi scorsi, specie per le ristrutturazioni. Credo che il fenomeno sia dovuto anche ai risparmiatori che, accorgendosi come i titoli e i depositi rendano molto poco con l'abbassamento del tasso Bce che si manterrà su questi livelli anche nei mesi futuri, preferiscano tornare a investire nel mattone».

La Cassa rurale detiene all'incirca il 50% delle quote di mercato sulla piazza di Mezzolombardo ed è costretta a far fronte alla forte competitività di altre sette banche che operano sullo stesso territorio. Dal vostro osservatorio come sta andando l'economia del paese?

«Sull'agricoltura e sul turismo, nessun problema. Anzi: oserei dire che i profitti sono saliti costantemente anche nel periodo di crisi. Tiene, qualcuno a fatica, il settore dell'artigianato mentre soffre ancora l'industria, fatta eccezione per chi esporta all'estero. Direi che le aziende che commerciano con l'estero stanno andando veramente bene. Dove, invece, non ci sono prospettive confortanti è il commercio al minuto: il forte calo dei consumi dovuto alla crisi ha messo in ginocchio tante piccole aziende commerciali. In generale, fortunatamente, non va poi così male: abbiamo anche qualche bella realtà produttiva che sta lavorando e commercializzando i suoi prodotti molto bene. Credo che chi abbia fatto nel passato il passo più lungo della gamba oggi fa molta più fatica rispetto alle imprese che hanno fatto piccoli investimenti secondo le proprie capacità reali. Speriamo che questi segnali di ripresa inizino a concretizzarsi anche se, ripeto, credo che da noi la situazione non sia così drammatica come altrove».  

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