Pasquazzo al capolinea, licenziati i 51 dipendenti

Pasquazzo srl, l'azienda di Ivano Fracena che ha chiesto il concordato preventivo «in bianco», licenzia tutti i suoi 51 dipendenti. Allo scadere della cassa integrazione straordinaria il prossimo 12 febbraio i lavoratori passeranno alla disoccupazione speciale edile per 18 mesi. Non è stata praticabile invece la cassa integrazione sul concordato. Il piano concordatario sarà presentato entro fine mese, ma si sa già che si tratterà di un concordato liquidatorio. La storica azienda valsuganotta è ormai al capolinea

di Francesco Terreri

Pasquazzo srl, l'azienda di Ivano Fracena che ha chiesto il concordato preventivo «in bianco», licenzia tutti i suoi 51 dipendenti. Allo scadere della cassa integrazione straordinaria il prossimo 12 febbraio i lavoratori passeranno alla disoccupazione speciale edile per 18 mesi. Non è stata praticabile invece la cassa integrazione sul concordato. Il piano concordatario sarà presentato entro fine mese, ma si sa già che si tratterà di un concordato liquidatorio. La storica azienda valsuganotta è ormai al capolinea.
Il verbale di accordo sull'apertura della mobilità è stato siglato ieri dall'azienda e dai sindacati degli edili, rappresentati da  Sandra Ferrari  per la Fillea Cgil,  Fabrizio Bignotti  per la Filca Cisl e  Adnand Jovani  per la Feneal Uil. A partire da oggi si terranno le assemblee con i lavoratori. «Non ci sono alternative - afferma Bignotti - La crisi della Pasquazzo era cominciata già con la cassa integrazione straordinaria e in questo anno non si è risolta. Unica nota positiva è che scatta la disoccupazione speciale che dura 18 mesi indipendentemente dall'età. C'è quindi un po' di tempo perché questa manodopera di alta qualità venga assunta da altre aziende. Sono fiducioso che possano essere riassorbiti».
La Pasquazzo, già società per azioni, è stata fondata nel 1961 e a lungo è cresciuta nei lavori ottenuti, arrivando a occupare anche un centinaio di persone. Nel 2011, invece, il valore della produzione si ferma al di sotto dei 7 milioni di euro e i conti vanno in rosso per 1 milione, riducendo il patrimonio netto a 445 mila euro a fronte di 16 milioni di debiti. Il 2012 va un po' meglio, con 8,1 milioni di ricavi e una perdita di soli 68 mila euro. Ma i mezzi propri, scesi a 377 mila euro, devono confrontarsi con un indebitamento salito a 17,6 milioni. Di essi, 7,1 sono i debiti verso banche, tra i quali un mutuo in pool con capofila  Cassa Centrale Banca , e 7,8 milioni quelli con i fornitori.
Nella relazione al bilancio si legge che «la società può ancora contare su un portafoglio lavori in Italia che, tuttavia, potrebbe non garantire la continuità nella produzione a pieno regime e garantire l'occupazione di tutti gli attuali dipendenti». Da qui la cassa integrazione straordinaria. Pasquazzo riesce ancora per un po' ad ampliare le commesse con appalti all'estero, addirittura in  Angola  (fornitura di beni e servizi per 2,5 milioni). Ma la situazione finanziaria resta caratterizzata da un livello di indebitamento «che desta preoccupazione», conseguenza soprattutto della difficoltà di incasso dei crediti.
Inoltre, le società partecipate che fanno capo alla famiglia Pasquazzo, soprattutto società immobiliari, sono in rosso. La perdita più consistente, 379 mila euro, è in capo alla  Cbt srl , impegnata nella realizzazione di un parcheggio multipiano a Salò. In effetti, sempre nella relazione a bilancio si precisa che «la grave crisi finanziaria che la società sta attraversando è da ricondursi, principalmente, all'investimento di ingenti risorse in operazioni immobiliari con elevata profittabilità attesa ma divenute illiquide a causa di impedimenti burocratici o del rallentamento del mercato immobiliare».
A ottobre Pasquazzo affitta il ramo d'azienda acquedotti e fognature alla  Cooperativa Lagorai . L'11 novembre il cda, anche per bloccare il decreto ingiuntivo di un creditore, decide di chiedere il concordato. Nel verbale si legge che le prospettive di continuità aziendale sono legate alla proposta fatta alle banche di «convertire» una parte dei loro crediti in partecipazione a  Eurosic , la più importante delle controllate immobiliari con un patrimonio netto di 5,5 milioni.
Anche nel caso Pasquazzo, quindi, le difficoltà a incassare i crediti ma anche gli investimenti in operazioni immobiliari ora ferme si sono trasformati nel blocco dei pagamenti ad artigiani subappaltatori e fornitori e nella perdita del lavoro per i dipendenti.

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