Crisi, i giovani italiani se ne vanno all'estero

Circa 50mila italiani tra il 2011/12 hanno lasciato il Paese "in cerca di fortuna all'estero", 13mila in più rispetto ai 37mila stranieri che hanno chiesto asilo in Italia. Il dato è stato reso noto dai direttori di Migrantes Triveneto, la realtà delle diocesi che si occupano di stranieri, che hanno fatto il punto dei fenomeni migratori, oggi al Cavallino, prima di presentare la situazione del nordest

studenti ragazziTRENTO - Circa 50mila italiani tra il 2011/12 hanno lasciato il Paese "in cerca di fortuna all'estero", 13mila in più rispetto ai 37mila stranieri che hanno chiesto asilo in Italia. Il dato è stato reso noto dai direttori di Migrantes Triveneto, la realtà delle diocesi che si occupano di stranieri, che hanno fatto il punto dei fenomeni migratori, oggi al Cavallino, prima di presentare la situazione del nordest. In Italia ci sono oltre 5 milioni di immigrati con oltre 37mila che nel 2011-12 hanno chiesto asilo, ma nello stesso periodo oltre 50mila italiani per la crisi economica risultano cancellati come residenti perchè sono andati all'estero (il dato più elevato dal 2000).

 

"La crisi economica attuale sta scatenando una inutile guerra tra cittadini italiani e stranieri - hanno detto i religiosi di Migrantes -, invece dalla crisi usciremo solo se sapremo impegnarci insieme. La crisi economica, infatti, ha messo in luce gli aspetti della mancata integrazione tra le diverse culture presenti nelle nostre comunità. Anche alla luce della mancata integrazione possiamo spiegare il fenomeno dell'affollamento di cittadini immigrati nelle nostre carceri e dell'aumento dell'emigrazione".

 

Per quanto riguarda gli italiani, i religiosi hanno sottolineato come l'emigrazione dipenda dal fatto che "nei genitori di oggi c'è la palpabile sensazione che i loro figli dovranno vivere in una condizione sociale peggiore rispetto alla loro. Alla generazione dei giovani abbiamo ucciso speranza e futuro: è una generazione chiamata dai sociologi 'perdutà. Prepariamo persone con alta formazione e non diamo loro la possibilità con il lavoro di contribuire a far crescere il nostro Paese". (ANSA).

comments powered by Disqus