Consumi delle famiglie, nel 2012 caduta del 5%

Nel Nord Est il 2012 ha visto una caduta del prodotto interno lordo per abitante, in termini reali cioè depurati dall'inflazione, del 3,4% e dei consumi pro capite del 4,9%. Il tasso di disoccupazione è al 6,7%, il doppio del 2007 anche se meno della media nazionale del 10,7%. Quest'anno si prevede una contrazione del Pil del 2,2% e dei consumi del 2,9%. A Trento, secondo i calcoli di Confcommercio, il 2012 è in linea con l'area e il 2013 va peggio

di Francesco Terreri

Nel Nord Est il 2012 ha visto una caduta del prodotto interno lordo per abitante, in termini reali cioè depurati dall'inflazione, del 3,4% e dei consumi pro capite del 4,9%. Il tasso di disoccupazione è al 6,7%, il doppio del 2007 anche se meno della media nazionale del 10,7%. Quest'anno si prevede una contrazione del Pil del 2,2% e dei consumi del 2,9%. A Trento, secondo i calcoli di Confcommercio, il 2012 è in linea con l'area e il 2013 va peggio. L'anno scorso il Pil per abitante è sceso del 3,4% e i consumi delle famiglie, sempre calcolati pro capite, del 4,9%. I disoccupati sono il 6,1% delle forze di lavoro contro il 2,9% del 2007. E il 2013 dovrebbe finire con un -2,4% del Pil e un -3% dei consumi per abitante.
La fotografia della crisi nelle province del Nord Est è stata scattata da Confcommercio, che ieri ha visto riunite a Venezia le associazioni territoriali di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia per la quarta tappa del roadshow dal titolo «ImPresa diretta con il territorio», con la presenza del presidente nazionale  Carlo Sangalli , dei presidenti del Trentino  Gianni Bort , dell'Alto Adige  Walter Amort , del Veneto  Massimo Zanon , del Friuli Venezia Giulia  Pio Traini . L'iniziativa è in preparazione dell'assemblea nazionale di Confcommercio del 12 giugno.
Nel 2012, è emerso ancora dai dati, il saldo della nati-mortalità nelle imprese del commercio nel Nord Est è stato negativo di 7.179 unità, tra le quali si contano 4.018 negozi al dettaglio in meno. Saldo negativo di 2.671 unità anche per i servizi di alloggio e ristorazione e di 6.222 imprese per gli altri servizi. In Trentino la perdita netta di imprese commerciali è stata di 297 unità. Il saldo negativo dei negozi è pari a 162 ditte in meno. In rosso pure i servizi di alloggio e ristorazione, di 214 aziende, e il resto del terziario, con 257 imprese in meno.
Dalla ricerca Confcommercio- Format, inoltre, emerge che le imprese del commercio, turismo e servizi di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia sono pessimiste sul 2013: un imprenditore su due ha visto peggiorare l'andamento economico della propria azienda nei primi mesi dell'anno, il 62% non prevede miglioramenti sui ricavi e il 31,7% ritiene che questi peggioreranno. Solo un'impresa su tre è riuscita a disporre senza difficoltà della liquidità necessaria per far fronte ai propri impegni, solo il 10,6% delle imprese si è rivolta alle banche per chiedere un credito e tra chi lo ha chiesto soltanto il 32% lo ha ottenuto per intero.
In questo quadro, è allarme di Confcommercio sulla pressione fiscale, con l'annunciato aumento dell'Iva, e sul peso di un'eccessiva burocrazia ai quali, nelle regioni del Nord Est, si sommano gli effetti delle liberalizzazioni del commercio, che stanno mettendo in ginocchio le imprese del settore. «La voce delle piccole e medie imprese – spiega il presidente di Confcommercio Trentino Bort – è stata per troppo tempo inascoltata e rischia di esserlo ancora oggi. Abbiamo il dovere di fare da cassa di risonanza delle esigenze delle migliaia di aziende che con i loro imprenditori e i loro collaboratori portano avanti il Paese. Ci adopereremo affinché sulle emergenze fisco e burocrazia i dibattiti e il dialogo portino a risultati concreti che permettano all'economia dei territori di fare un'inversione di marcia e crescere con fiducia. Le testimonianze dei nostri imprenditori ci dicono che il tempo a disposizione è terminato. Ora stiamo giocando i tempi supplementari».

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