Aziende italiane, fuga  verso l'Austria: +38%

Nel 2012 le imprese italiane fuggite in Austria sono aumentate del 38% , con il nostro Paese secondo solo alla Germania . 282,37 milioni è il totale degli investimenti stranieri in Austria solo nel 2012. I vantaggi? Indubbiamente la minore pressione fiscale. L'imposta sui redditi da capitale infatti, se percepiti da privati o società di persone, dal 2005 prevede un'aliquota fissa proporzionale del 25% e non esistono imposte come l' Irap

di Paolo Caroli

operai operaio lavoroVIENNA - Il trasferimento di imprese dal Nordest all'Austria, in particolare in Carinzia , è un fenomeno noto e all'ordine del giorno. Solo per il Veneto si parla di 700 imprese, tredicimila posti di lavoro. Nel 2012 le imprese italiane fuggite in Austria sono aumentate del 38% , con il nostro Paese secondo solo alla Germania . 282,37 milioni è il totale degli investimenti stranieri in Austria solo nel 2012.


I vantaggi? Indubbiamente la minore pressione fiscale. L'imposta sui redditi da capitale infatti, se percepiti da privati o società di persone, dal 2005 prevede un'aliquota fissa proporzionale del 25% e non esistono imposte come l' Irap .


Il governo austriaco ha davvero deciso di puntare sull'attrazione di imprese straniere, tanto che ad esse è offerto il servizio rivolto da Aba Invest in Austria , un ente governativo facente capo al ministero dell'economia, che da 31 anni ha il compito di fornire consulenza ai potenziali investitori.


«Quello che facciamo - ci spiega il direttore Friedrich Schmidl - è fissare nel più breve tempo un incontro con l'impresa italiana interessata, affiancati ovviamente da collaboratori madrelingua. Cerchiamo di capire la loro filosofia, esigenze e necessità, dopodiché presentiamo loro uno o anche più progetti di insediamento in Austria e li lasciamo liberi di pensarci o proporre modifiche, senza nessun vincolo. Se accettano, seguiamo l'impresa non solo nella sua nascita, ma per tutto il tempo necessario a che questa si stabilizzi e viva autonomamente, anche più di un anno. Offriamo ogni tipo di assistenza, dalla consulenza fiscale alla ricerca di asili per i figli dei dirigenti. Il tutto totalmente gratis».


Vi sono poi altri aspetti favorevoli alle imprese nel regime fiscale austriaco, come la tassazione di gruppo e l'esenzione da Iva delle locazioni di immobili strumentali. Nel primo periodo, un'impresa italiana può aprire in Austria una «stabile organizzazione», un soggetto limitato d'imposta, che ha il vantaggio di non essere soggetto all' Ires minima ed è quindi conveniente se e fintantoché in Austria non si producano utili, ma si abbiano solo perdite da portare in compensazione. Per una società di capitali invece è prevista un Ires minima ed occorre, per evitare accuse di esterovestizione, dar prova dell'effettiva operatività e direzione della società in Austria, indipendentemente dalla residenza degli amministratori.
Esistono poi benefici fiscali per l'apprendistato ( 3 indennità di apprendistato nel primo anno, 2 nel secondo e 1 nel terzo) e la formazione (si può scegliere fra un premio d'imposta del 6% o la deducibilità di un costo figurativo pari al 20% in più sulle spese di formazione sostenute).


In particolare però la scelta di campo dell'Austria è a favore della ricerca, fornendo infrastrutture e vantaggi fiscali che stimolino la presenza di capitali stranieri finalizzati a ricerca e sviluppo. Dal punto di vista dei benefici fiscali, in alternativa ad un sistema di detrazioni, se nel primo anno gli investimenti in ricerca non producono utili, è possibile ottenere un premio immediatamente rimborsabile del 10% della spesa sostenuta. Il risultato è che oggi il 2,79% del pil austriaco è investito e ricerca in sviluppo e il governo ha più volte annunciato di voler raggiungere il 3,76% nel 2020.


Nel 2011, fra investimenti pubblici e privati nella ricerca, si sono superati gli 8 miliardi , di cui 1,34 da imprese a controllo estero con sede in Austria (come Baxter, NXP, Semiconductor, Siemens, Bosch ). «Se vogliamo attrarre capitale straniero - dicono ad Aba - bisogna dare i maggiori incentivi possibili perché sia più conveniente e facile fare ricerca qui che altrove».


Il successo è confermato da un recente finanziamento di 7,4 milioni di dollari da parte del Pentagono. L'impresa farmaceutica Forest Laboratories ha spedito ben 25 milioni all'austriaca Nabriva , dopo la scoperta dell'antibiotico BC-3781. Enormi sono i finanziamenti indirizzati ad Affiris , l'impresa che, lavorando sul cervello dei topi, sperimenta vaccini contro Alzheimer e Parkinson. Già nel 2008 Affiris ha ricevuto 430 milioni da GlaxoSmithKline per un vaccino contro l'Alzheimer, che oggi si sperimenta sull'uomo. Anche l'attore Michael J. Fox , colpito da una rara forma di Parkinson, ha fatto una cospicua donazione ad Affiris per la sperimentazione.

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