Fauna / La polemica

Wwf contro il Parlamento Ue: sui lupi pericoloso errore declassare lo status di protezione e consentire le uccisioni

L'associazione ecologista condanna il voto di una risoluzione che punta a modifiche per introdurre anche la possibilità di abbattere i predatori, come chiesto da gran parte del mondo zootecnico. "Esistono altre soluzioni efficaci e la Ue farebbe meglio a occuparsi dei veri problemi dell'allevamento", replicano gli ambientalisti

APPELLO Giovani agricoltori esasperati: “Consentite di abbattere i lupi”
MINISTRO Confronto con Trento e Bolzano, troppi cinghiali e grandi carnivori
ESPERTO «Lupi non pericolosi per l’uomo, errore abbatterli: serve programmazione»
FUGATTI
«Sì agli abbattimenti dei lupi e orsi in eccesso»

TRENTO. Questione lupi: il Wwf lancia l'allarme dopo il via libera nella Ue a una proposta che condurrebbe alla riduzione dello status protetto di questa specie, perché non sarebbe più considerata a rischio estinzione.

Dai governi di diversi Paesi, Italia inclusa, arrivano sollecitazioni in questo senso, derivanti in particolare dalle pressioni del mondo zootecnico le cui attività sono spesso condizionate anche dalla necessità di prevedere strumenti difensivi dei greggi laddove sono presenti i predatori in natura.

Il Wwf respinge nettamente la linea deregolatoria che sta prendendo corpo: "La strada per la risoluzione dei conflitti è lavorare su prevenzione de danni e informazione. I prelievi e gli abbattimenti non sono strategia efficace".

Nei giorni scorsi lo stesso ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, in visita in Alto Adige, aveva aperto alla possibilità: "L'eccessiva presenza di determinati animali su alcuni territori crea squilibri causando rischi per la salute pubblica e per alcuni settori produttivi strategici, oltre a vanificare un'azione di protezione di altre specie. Il confronto è stato puntuale e proficuo", le sue parole.

Sempre nelle settimane scorse, in ottobre, i giovani imprenditori agricoli trentini di Agia-Cia con i colleghi del Südtiroler Bauernjugend (Sbj) hanno presentato e consegnato al Consiglio regionale un documento congiunto sui grandi carnivori: chiedono modifiche giuridiche che consentano l'abbattimento "di animali problematici e dannosi".

E gli assessori all'agricoltura di Trento e Bolzano accolgono questa linea Giulia Zanotelli e Arnold Schuler: "Mettere un animale sotto protezione è sempre più facile che revocarne lo status di protezione, dovremo fare i conti con la presenza dei grandi carnivori in futuro, ma questa non deve rendere impraticabile il pascolo in alpeggio degli animali allevati".

La questione, dunque, ora rimbalza in Europa e il Ww ricorda che lo scorso 24 novembre il Parlamento Europeo ha adottato una proposta di risoluzione congiunta (306 voti favorevoli, 225 contrari e 25 astensioni) che chiede di declassare lo status di protezione dei lupi ai sensi della Convenzione di Berna.

La risoluzione è stata sostenuta in particolare dalle forze di destra e dal gruppo dei Popolari; per quanto riguarda i aprtiti italiani, hanno votato a favore, in particolare, gli eurodeputati di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia.

Il testo si occupa anche di risarcimenti dei danni causati dalle predazioni: si chiede che quei denari arrivino dalla fiscalità generale e non siano sottratti ai fondi destinati al'agricoltura.

"La risoluzione approvata - commenta il noto sodalizio ecologista - non ha effetti immediati, ma è un primo pericoloso passo verso una gestione cruenta del conflitto tra lupo (e altri grandi carnivori) e attività umane, e va contro le evidenze scientifiche, che sottolineano come prelievi e abbattimenti non rappresentano una strategia efficace per diminuire le predazioni sul bestiame domestico, né per mitigare il conflitto o migliorare l’accettazione sociale dell’opinione pubblica.

La ripresa delle popolazioni di lupo in Italia e in altri Paesi europei - prosegue la nota critica del Wwf - è un grande successo delle politiche di conservazione, ma nonostante il recupero numerico e l’espansione spaziale del lupo negli ultimi decenni, in molti Paesi europei le popolazioni continuano a essere minacciate da diversi fattori, nella maggioranza dei casi derivanti dall’uomo: bracconaggio, mortalità accidentale provocata da strade e altre infrastrutture, ibridazione per la cattiva gestione dei cani padronali sono alcuni dei fattori che ancora oggi mettono a repentaglio il raggiungimento e/o il mantenimento di un buono status di conservazione della specie. 

Numerosi studi dimostrano invece che le soluzioni per mitigare i conflitti esistono (cani da guardiania, recinzioni e ricoveri notturni in primis), e per favorire la coesistenza tra uomo e grandi carnivori occorra lavorare su prevenzione e diffusione di corrette informazioni.

L’espansione del lupo in nuovi contesti ci pone davanti nuove sfide, ma la coesistenza è davvero possibile, anche in contesti che non vedevano la presenza del lupo da decenni.

È necessario quindi che la politica adotti misure idonee a promuovere la convivenza e la tutela della biodiversità piuttosto che fare proprie pressioni provenienti da settori come quello venatorio che puntano, in maniera evidentemente strumentale, a criminalizzare i grandi carnivori ritenuti dei diretti concorrenti, alimentando forme di odio e intolleranza. Questo approccio rende ancor più difficile contrastare fenomeni criminali ancora molto diffusi. Non è infatti rendendo legali o tollerabili condotte chiaramente dannose e per questo illecite, che si sconfiggono i crimini di natura". 

Negli ultimi anni si sono registrate numerose azioni politiche con lo scopo di ridurre lo status di protezione legale dei grandi carnivori, in particolare del lupo.

La risoluzione votata dagli eurodeputati potrebbe ora rappresentare uno spartiacque.

Da qui l'allarme del mondo animalista contro iniziative che reputa semplicistiche e inefficaci: "Gli eurodeputati con questo volto - osserva ancora il Wwf - scelgono soluzioni che vanno non solo contro il lupo e la biodiversità, ma anche contro gli allevatori stessi. Il lupo viene identificato come causa primaria della crisi del settore zootecnico, colpito invece da problemi socio-economici ben più importanti (crollo del prezzo del latte e competizione con mercati stranieri in primis) di cui il Parlamento Europeo dovrebbe farsi carico".

comments powered by Disqus