Il racconto / Il viaggio

Treno della Memoria: un viaggio negli orrori della storia/5

Destinazione Auschwitz per un folto gruppo di studenti dell'Itt Buonarroti: sono loro stessi, grazie a una vera e propria redazione organizzata con la prof Maria Pingitore, a raccontarci questo percorso, così straordinario e difficile
GIORNO 1 La partenza
GIORNO 2 Berlino
GIORNO 3 Ancora Berlino
GIORNO 4 Cracovia

GIORNO 5: CRACOVIA – Fabbrica di Oskar Schindler – Ghetto ebraico

Anche il cielo è stato murato.

Questa è stata l’emozione più condivisa in questa mattina emotivamente impegnativa. Il ghetto: una prigione dalla quale non si usciva vivi.

I trasporti di esseri umani verso il vicino campo di Belzec, dove il nulla ha inghiottito 500.000 persone in 8 mesi, quasi tutta la popolazione ebraica di Cracovia cioè circa 2000 persone al giorno per 8 mesi.  Il prof. Vicenzi ha commentato immaginando che è come se ogni giorno di fatto tutta la popolazione della nostra scuola, il Buonarroti, venisse inghiottita dal nulla.

Siamo nella Fabbrica di Oskar Schindler, l’imprenditore nazista che con il suo impegno, ha salvato la vita a circa 1200 ebrei. Una storia vera, un Giusto fra le Nazioni, che ha aiutato chi in quel momento aveva bisogno.

Grazie a due guide serie, competenti e appassionanti ci rechiamo, divisi in due gruppi, al Museo. Il nostro educatore Damiano, ci accompagna (4ª CSA) sempre pronto ad aiutare e a risolvere le nostre domande.

Ci è piaciuto il museo?

Le ambientazioni erano davvero suggestive sia quando realistiche sia quando installazioni. L’esposizione era in parte anche interattiva e questo ci ha coinvolto molto facendoci sentire sia la storia, la fatica degli Ebrei che qui dentro smaltavano pentole, percependo ogni dettaglio della loro possibile vita quotidiana, sia quella degli Ebrei dell’intera città che da un giorno all’altro sono stati perseguitati. Il museo ha scelto di organizzare una presentazione più cronologica che spaziale. Ad ogni salto temporale è corrisposto un aggravamento nella persecuzione degli Ebrei.

La stanza in cui erano riportati i nomi delle persone salvate dall’imprenditore ci ha coinvolto molto, perché leggendo nome e cognome di persone, esse prendevano una forma umana, e dall’insieme di questi nomi, emerge la  multiculturalità della popolazione di Cracovia che parlava anche lingue diverse.

4ª AUA La classe ha apprezzato moltissimo la visita guidata: interessante a livello formativo. Le spiegazioni della guida sulla conquista tedesca a sfavore della Polonia sono state particolarmente chiare, poiché si sono concentrate sulle condizioni di vita dei polacchi e degli Ebrei all’interno della città di Cracovia, smuovendo i sentimenti di malinconia, compassione e interesse nel comprendere gli errori avvenuti in passato. E’ stato anche utile capire la distinzione in classi sociali a Cracovia alla fine degli anni Trenta del 1900: per ordine di importanza si trovavano i tedeschi, i polacchi e in ultimo gli Ebrei.

Questa volta abbiamo intervistato anche i prof.:

Prof.ssa Pingitore: mi colpisce il fatto che una persona possa scegliere di agire per il male come azione  quotidiana; ce lo insegna il libro La banalità del male di Hannah Arendt, ma anche il bene. Si può scegliere di essere partigiani e anche questa è un’azione più semplice di quello che si pensa; ce lo insegnano i diversi Giusti fra le nazioni che hanno contribuito a salvate vite umane, così come l’italiano G. Perlasca di cui si racconta nel libro di Deaglio, La banalità del bene. Certo, ci vuole coraggio e volontà di uscire dall’indolenza.

Prof. Vicenzi: Un bel viaggio nella storia di Cracovia, nei suoi diversi aspetti sociali e culturali. Molto interessante anche la figura di Oskar Schindler nei suoi due volti di imprenditore nazista prima e difensore dei diritti delle vittime poi. Colpisce molto la stanza rotonda con l’elenco dei più di mille nomi dei salvati.

Prof.ssa Perini: Il museo è interessante, curato nell’allestimento anche quando gli aspetti sono ricostruiti. Fortemente comunicativi erano gli oggetti veri dei bambini, i giocattoli. L’aggravamento delle condizioni di vita dei polacchi ed ebrei e il progressivo allontanamento dalla vita sociale dai luoghi pubblici, dalla vita culturale richiama alla mente subito l’apartheid.

Oltre alla condivisione proposta, abbiamo chiesto a chi avesse visto il film Schlinders’list  se  ritrovava nel museo la stessa realtà.

Risposte: 4ª CSA e 4ª AUA

A.: è interessante il fatto che il film sia stato girato nel ghetto con alle spalle la più antica sinagoga del tempo, non hanno ricostruito l’ambientazione sul set.

C.: mi è piaciuto vedere il luogo dove sono state girate le scene del film che compongono la storia. Mi è sembrato che così gli accadimenti fossero avvenuti davvero. Però mi aspettavo un museo solo sulla storia di Oskar Schindler e la sua fabbrica, invece il museo ha descritto la storia di Cracovia allo scoppio del secondo conflitto mondiale.

I 4 studenti di 4ª AUA hanno notato la coerenza del film rispetto ai fatti narrati: si racconta la storia davvero accaduta. Qualcosa può essere stato romanzato per esigenze narrative del regista Spielberg, ma nessun dato è stato alterato. (il film è tratto dal romanzo di Th. Keneally del 1982, Schindler’s Ark)

Al termine della visita nel ghetto, abbiamo assistito ad un ultimo momento teatrale: la fuga di alcune famiglie attraverso il sistema fognario. Coinvolgente ed emozionante come sempre. Sono sempre gli stessi attori incontrati in questi giorni.

Oggi pomeriggio siamo liberi di sistemarci e asciugarci dalla pioggia intensa di questa mattina. E così si parla.

Strano pomeriggio oggi, con un senso di attesa, attesa per la giornata di domani: la visita ad Auschwitz, la tragedia che prenderà forma in immagini concrete di cui sappiamo anche molto ma i contenuti ci arrivano sterilizzati insieme ad un’altra valanga di info varie.

Ma noi cosa ci aspettiamo?  4ª CSA

Mi aspetto di entrare in un ambiente buio, pieno di cenere e un cielo nuvoloso. Mi aspetto un ambiente cupo ed un’esperienza emotiva, come al campo di Ravensbrueck ma più impattante. Immagino di sentire un vuoto dentro. Dopo aver letto SE QUESTO E’ UN UOMO  e visto il film AMEN mi aspetto di capire di più cosa può essere accaduto a persone come noi. Mi aspetto di percepire l’umanità che è in me e forse mi sentirò compassionevole. Immagino un forte dolore che sarà sopportabile perché condiviso con i miei compagni di classe.

Domani sarà Auschwitz.

La redazione di oggi: Camilla, Martina, Ilaria e Giada della 4^CSA. Tommaso e Giacomo della 4^AUA.

comments powered by Disqus