Enologia / I conti

Le bollicine del Gruppo Lunelli sono in tenuta, ma il bilancio cala del 6%

Bene Surgiva soprattutto in Arabia. In cantina, per il prezioso Trentodoc, Cyril Brun ha sostituito il pensionato Ruben Larentis come “chef de cave”: «Si è inserito bene»

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di Daniele Battistel

TRENTO. Non spumeggiante come il 2022 da record, ma tutto sommato positivo il 2023 per il gruppo Lunelli.

Le prime proiezioni sul consolidato relativo all'anno appena concluso parlano di ricavi per 143 milioni, in linea con il 2021 e con un calo di circa il 6 per cento rispetto al 2022.

Nel dettaglio, fatturato attorno ai 100 milioni di euro per il marchio di riferimento, ovvero Cantine Ferrari in flessione del 7 per cento sui 12 mesi precedenti. In volumi di vendita il calo è in doppia cifra, penalizzato dalla "Grande distribuzione" che in Italia ha accusato l'abbassamento del potere d'acquisto dei privati. Tiene bene, invece, la fascia alta di Horeca, enoteche ed hotel. «Per millesimati e riserve la domanda di mercato è stata addirittura superiore alla nostra disponibilità» spiega Matteo Lunelli, presidente e amministratore delegato del gruppo.

«Tutti i nostri brand stanno avendo performance positive relativamente al mercato. La partnership con la Formula 1 ci ha permesso di avere un'ottima visibilità internazionale ponendo le basi per incrementare la forza del nostro marchio Ferrari in mercati strategici per il nostro futuro come gli Stati Uniti, dove riteniamo di avere ampi margini di crescita» continua Lunelli. Il quale rivela come la catena "Four Seasons» abbia scelto il Ferrari Rosè tra i vini selezionati per gli hotel in America.

Risultati ottimi per l'acqua Surgiva che ha chiuso l'anno con una crescita del 17 per cento sul 2022 a 11,5 milioni con una dinamica molto positiva all'estero, «tanto in Germania quanto in mercati come Corea e Emirati Arabi Uniti, che solo qualche anno fa non credevo opportunità per la nostra acqua» continua Lunelli.

Si brinda anche alla performance della cedrata Tassoni in crescita dell'8 per cento a 13,3 milioni di euro

.«Vista la situazione generale con i problemi legati all'inflazione e ai tassi di interesse che hanno minato il potere d'acquisto delle famiglie, ma anche il generale calo di vendite e di export del vino con spostamento dei consumi sulla fascia bassa di prezzo - analizza Lunelli - per noi è stato un anno di consolidamento».

Oltre che in termini economici, il presidente del gruppo di Ravina guarda con soddisfazione al 2023 anche per i premi e i riconoscimenti ricevuti, su tutti il titolo di "produttore dell'anno" alla "Champagne & Sparkling wine world championship" di Londra, contribuendo al successo internazionale del Trentodoc. «Abbiamo continuato il nostro percorso di crescita sulla sostenibilità economica, ambientale e sociale - continua -, e non solo per i 400 mila euro a sostegno delle iniziative benefiche del territorio.

L'azienda Ferrari è "carbon neutral" ormai dal 2022, i vigneti di proprietà sono tutti certificati biologici e i nostri conferenti seguono il protocollo di viticoltura sostenibile di montagna».Il 2023 è stato un anno di cambiamenti in cantina, con l'addio allo "chef de cave" Ruben Larentis, in pensione dopo 37 vendemmie. «La sua sostituzione non è facile - spiega Matteo Lunelli - ma crediamo di aver trovato un grande professionista in Cyril Brun che si è inserito molto bene e che offre alla squadra dei nostri enologi un'incredibile opportunità di crescita. In cantina stiamo portando avanti percorsi di ricerca e sperimentazione per rendere in prospettiva sempre migliori i nostri prodotti». 

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