Eccellenze / Enologia

Grigoletti, 5 generazioni di vignaioli: la prima cantina lagarina a puntare sull'enoturismo e su narrazione del vino

Una rivoluzione nel mondo enologico trentino iniziata con Bruno Grigoletti, ora 85enne, dopo un viaggio in Alsazia dove impara dai francesi a lavorare su qualità e promozione. Oggi l’azienda è in mano al figlio Carmelo e ai nipoti

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di Norma Vicenzi

NOMI. L'azienda agricola Grigoletti nasce a Nomi, dove Bruno Grigoletti ha trascorso la propria vita a fare il contadino e oggi, con i suoi 85 anni, è ancora impegnato in campagna, dopo aver ricevuto il testimone dal nonno Federico e dal padre Ampelio. È stato tra l'altro uno dei fondatori dell'Associazione dei vignaioli del Trentino (1987) ed ha ricoperto nell'agricoltura trentina ruoli importanti come presidente del Club3P, della Coldiretti e di Codipra.

«Nel 1950 ho preso in mano l'attività di mio padre - racconta -, quando le uve prodotte erano Schiava, Rossara, Negrara, Franconia e Marzeminone. In quell'epoca veniva fatta la vinificazione e la vendita del vino sfuso e siamo riusciti a commercializzarlo per 28 anni addirittura nei masi dell'Alto Adige, ma è alla fine degli anni '70 che arriva una svolta importante nella mia vita e di conseguenza pure nell'azienda».

Bruno Grigoletti si trasferisce infatti per un periodo in Alsazia e apprende dai vignaioli francesi un nuovo metodo di promozione, legato a quello che oggi è noto come enoturismo. «Al rientro ho scelto - ricorda Bruno - di superare la vecchia mentalità che premiava la quantità prodotta e di puntare invece sulla qualità dei vini, iniziando a migliorare i vitigni, estirpando le vecchie varietà e impiantando quelle nuove».

Con entusiasmo rinnovato e con l'appoggio della moglie Aida, viene così pianificato il progetto di sviluppo e la produzione si rinnova: alla tradizionale pergola trentina vengono affiancati il guyot e il cordone speronato e introdotte le varietà di chardonnay, pinot grigio, merlot, cabernet e marzemino. Nell'azienda agricola Grigoletti entra poi l'enologo Renzo Grisenti, che ancora oggi è presente come consulente, e viene costruita la nuova casa con annessa cantina, con piccoli serbatoi in acciaio per la vinificazione e una piccola linea di imbottigliamento. Tutta la famiglia percorre convintamente la via pionieristica dell'enoturismo: «Sono fiero perché insieme a mia moglie Aida abbiamo investito in quest'idea», prosegue Bruno nel racconto, «ero convinto che la storia del vino andasse narrata e così dal 1983 ho aperto la nostra cantina ai turisti, ma molte persone ci deridevano per aver investito denaro e seguito questa strada innovativa. Siamo contadini da sempre: mio nonno Federico coltivava 4 ettari a vite ed è stato l'autore di un vino che invecchiava 10 anni in bottiglie immerse nella sabbia. Mia nonna Chiara, che portò avanti l'azienda agricola insieme ai figli, poiché nonno morì giovane, ripeteva spesso che pure l'allora medico condotto di Nomi consigliava quel vino invecchiato come "medicina" per la cura di malanni passeggeri». In tempi più recenti a continuare la passione di famiglia è arrivato anche il figlio Carmelo, dopo aver frequentato i corsi di specializzazione all'Istituto agrario di S.Michele e il percorso per sommelier.

«Ho superato i 50 anni - spiega Carmelo Grigoletti - ma l'aria che ho sempre respirato è quella della campagna e grazie all'aiuto di mia moglie Marica ho cercato di tramandare ai nostri figli Federico e Martina l'amore che i miei genitori mi hanno trasmesso per questa terra e per questo straordinario lavoro, strettamente collegati alla tradizione contadina del Trentino. Da diverse generazioni coltiviamo le nostre viti e ci lasciamo volentieri trascinare dal desiderio di creare vini unici, bianchi e rossi: abbiamo l'orgoglio di dire che grazie ai riconoscimenti importanti ricevuti, sono tutti vini apprezzati e pluripremiati per la qualità. Chardonnay, pinot grigio, merlot, lagrein, souvignon blanc, manzoni bianco, traminer, johanniter, cabernet sono i vitigni che oggi sono raggruppati su nove appezzamenti tra Nomi e Aldeno per un totale di sei ettari».

Non è un caso che alla recente 32esima edizione del "Merano WineFestival" i vini Grigoletti abbiano ricevuto altri quattro premi nella categoria Next Platinum. «Un posto speciale nel nostro cuore però - chiarisce Carmelo - è senz'altro riservato al nostro Trentino Marzemino - Oscar nella Guida 2024 del Gambero Rosso - che colleziona numerosi premi ed è un vino autoctono della Vallagarina che esalta l'antica tradizione vitivinicola di famiglia e del Trentino. È un vitigno partito storicamente dall'Asia Minore e giunto qui grazie ai commerci dei Veneziani nella zona di Rovereto».

Attraversando l'attuale cantina - che si estende su quasi 1000 metri quadrati, ampliata nel 2014 - si respirano ad ogni passo l'arte della vite e l'orgoglio di produrre vino di qualità. Qui, nei tanti spazi e locali interni vengono accolti oggi i visitatori che provengono da tutto il mondo per ammirare tra l'altro delle vere proprie opere d'arte: percorrendo il "Tunnel delle MeraVigne" dedicato all'affinamento del vino in bottiglia, si possono osservare sculture in legno, ferro, rame o pietra realizzate dalle mani di artigiani trentini e veneti.

Quindi si può attraversare la barricaia della "Caneva di Bacco" costruita nel 1999 e della "Basilica del Vino" realizzata nel 2008, per l'affinamento in barrique ed in botti grandi di rovere, il tutto contornato da documenti e antichi attrezzi agricoli di famiglia. Facendo poi una fermata nel "Caveau del Merlot", dove sono custodite le migliori annate dei vini, si può osservare un'intera parete allestita con le foto in memoria dei discendenti maschili della famiglia. Ma tra tutte le sorprese, è il cosiddetto "Tempio Rosa" - creato nel 2012 - a rivelare un particolare tocco armonico: in questo spazio dedicato alle donne - Chiara, Rosaria, Aida, Marica e Martina - sono custodite anfore e barrique di legni selezionati. L'amore, la costanza e la tenacia di queste donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella famiglia Grigoletti.

«Molti turisti restano colpiti - conclude Carmelo Grigoletti - ma per noi sono i nostri figli i migliori capolavori. Federico è diplomato enotecnico all'Istituto di S. Michele e Martina ha concluso il percorso in economia, finanza e marketing all'Itet Fontana di Rovereto: entrambi si sono impegnati con dedizione nello studio, raggiungendo il loro traguardo con il massimo dei voti. Federico è stato inoltre premiato nei mesi scorsi dall'Union Européenne des Gourmets Italia e continua i propri studi a Padova, ma un anno fa ha trovato il tempo di inserire un'altra novità nella cantina di famiglia: ha creato con il metodo Charmat spumanti dall'intenso profumo fruttato, con l'affinamento in anfore di terracotta prodotte artigianalmente».

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