Animali / Lo scontro

La Ue intende ridurre la protezione dei lupi, la rivolta degli ambientalisti: «Sconcertante»

Sale di tono il confronto a livello europeo sulle politiche nei riguardi dei predatori: se la presidente Ursula von der Leyen annuncia una "flessibilità" che consentirebbe abbattimenti mirati, il Wwf ribatte che non è così che si riducono i danni alla zootecnia ma attuando politiche serie per la coesistenza tra comunità umane e grandi carnivori

DORFMANN «Importante passo verso una gestione più flessibile del lupo»
WWF Pericoloso declassare lo status e consentire le uccisioni

ESPERTO «Lupi non pericolosi per l’uomo, errore abbatterli»
FUGATTI
«Sì agli abbattimenti dei lupi e orsi in eccesso»

TRENTO.  Lo status del lupo dovrebbe passare da "strettamente protetto" a "protetto". È la proposta della Commissione europea: la presidente Ursula von der Leyen afferma che questa scelta "risponde a una richiesta di maggiore flessibilità" da parte delle autorità locali."Il ritorno dei lupi è una buona notizia per la biodiversità in Europa - ha spiegato la presidente della Commissione Ue - ma la concentrazione di branchi di lupi in alcune regioni europee è diventata un pericolo reale, soprattutto per il bestiame. Per gestire più attivamente le concentrazioni critiche di lupi, le autorità locali hanno chiesto una maggiore flessibilità. Il livello europeo dovrebbe facilitare questo processo e quello avviato oggi dalla Commissione è un passo importante".

Ora spetta al Consiglio Ue prendere la decisione, in modo che l'Unione possa chiedere che lo status venga modificato nella Convenzione sulla conservazione della fauna selvatica e degli habitat naturali europei, nota come Convenzione di Berna.

L'annuncio della commissione, che peraltro ne segue uno analogo fatto a inizio settembre, ha incontrato le reazioni positive di alcuni europarlamentari, specie dai gruppi di destra, mentre sono arrivate froti critiche dal mondo delle associazioni impegnate nelal tutela della natura.

Sullo sfondo ci sono, in particolare, le proteste del mondo degli allevatori, alle prese con le predazioni di animali da reddito e con le difficoltà a mettere in atto le misure per proteggerli dagli attacchi dei lupi.

Una "decisione sconcertante" che "si basa su dati poco chiari", con "una clamorosa assenza" di "comunicazioni ufficiali sulla proposta", un "annuncio oltraggioso senza giustificazione": questi sono i commenti delle Ong all'annuncio. L'attacco è diretto, ed è per Ursula von der Leyen.

La presidente, scrivono le Ong, "sacrifica il successo della conservazione del lupo per il proprio tornaconto politico", è il giudizio che il Wwf Europa affida a un post sui social media.

Anche Birdlife Europa insiste sulle responsabilità dirette di von der Leyen: "Potrebbe essere l'ultimo regalo di Natale al gruppo Ppe e alle lobby agricole? Di certo è un regalo avvelenato per il resto di noi", si legge nel profilo X dell'associazione che include la italiana Lipu.

Fra le reazioni invece favorevoli, quiella dell'eurodeputato altoatesino della Svp Herbert Dorfmann: "Abbiamo lavorato a lungo per questo risultato, la prima grande mossa concreta verso una gestione più flessibile del lupo", ha commentato, fra l'altro.

Entusiasta il commento dell'eurodeputato leghista Massimo Casanova, membro dell'intergruppo Caccia e Biodiversità: "Finalmente una presa d'atto e di coscienza dettata dall'inconfutabile realtà dei dati che esprimono un aumento insostenibile della specie".

Per tornare agli ecologisti, il Wwf lancia l'allarme e respinge nettamente la linea deregolatoria che sta prendendo corpo: "La strada per la risoluzione dei conflitti è lavorare su prevenzione de danni e informazione. I prelievi e gli abbattimenti non sono strategia efficace".

Nei mesi scorsi lo stesso ministro dell'agricoltura, Francesco Lollobrigida, in visita in Alto Adige, aveva aperto alla possibilità: "L'eccessiva presenza di determinati animali su alcuni territori crea squilibri causando rischi per la salute pubblica e per alcuni settori produttivi strategici, oltre a vanificare un'azione di protezione di altre specie. Il confronto è stato puntuale e proficuo", le sue parole.

Sempre nelle settimane scorse, in ottobre, i giovani imprenditori agricoli trentini di Agia-Cia con i colleghi del Südtiroler Bauernjugend (Sbj) hanno presentato e consegnato al Consiglio regionale un documento congiunto sui grandi carnivori: chiedono modifiche giuridiche che consentano l'abbattimento "di animali problematici e dannosi".

"La linea della commissione Ue - commenta ancora il Wwf - non ha effetti immediati, ma è un primo pericoloso passo verso una gestione cruenta del conflitto tra lupo (e altri grandi carnivori) e attività umane, e va contro le evidenze scientifiche, che sottolineano come prelievi e abbattimenti non rappresentano una strategia efficace per diminuire le predazioni sul bestiame domestico, né per mitigare il conflitto o migliorare l’accettazione sociale dell’opinione pubblica.

La ripresa delle popolazioni di lupo in Italia e in altri Paesi europei - prosegue la nota critica del Wwf - è un grande successo delle politiche di conservazione, ma nonostante il recupero numerico e l’espansione spaziale del lupo negli ultimi decenni, in molti Paesi europei le popolazioni continuano a essere minacciate da diversi fattori, nella maggioranza dei casi derivanti dall’uomo: bracconaggio, mortalità accidentale provocata da strade e altre infrastrutture, ibridazione per la cattiva gestione dei cani padronali sono alcuni dei fattori che ancora oggi mettono a repentaglio il raggiungimento e/o il mantenimento di un buono status di conservazione della specie. 

Numerosi studi dimostrano invece che le soluzioni per mitigare i conflitti esistono (cani da guardiania, recinzioni e ricoveri notturni in primis), e per favorire la coesistenza tra uomo e grandi carnivori occorra lavorare su prevenzione e diffusione di corrette informazioni. L’espansione del lupo in nuovi contesti ci pone davanti nuove sfide, ma la coesistenza è davvero possibile, anche in contesti che non vedevano la presenza del lupo da decenni. È necessario quindi che la politica adotti misure idonee a promuovere la convivenza e la tutela della biodiversità", insiste il Wwf.

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