Vivibilità / Il ranking

Il Trentino è sostenibile, ma con luci e ombre: per Asvis male su trasporti e consumo di suolo

Bene per i comportamenti salutari e l’istruzione, ma 5 indicatori su 16 sono in peggioramento. Male sull'efficienza idrica e sul dato dei rifiuti urbani, con 524,5 chili per abitante all'anno è superiore al dato nazionale

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TRENTO. Luci e ombre per il Trentino nel Rapporto Territori 2023 di Asvis (Agenzia italiana per lo sviluppo sostenibile) svelato il 13 dicembre a Roma alla presenza del ministro Raffaele Fitto. Il Rapporto, che prevede ben 16 indici di sostenibilità diversi, vede il Trentino migliorare rispetto al 2010 in 5 ambiti, restare stabile in 4 altri ambiti e invece arretrare per i restanti 5 ambiti: in particolare male l'efficienza delle reti idriche. Ma vediamo nel dettaglio i risultati.

Dove andiamo meglio. Nell'analisi si prende in considerazione le differenze di risultati tra il 2010 e il 2022. Ebbene sul fronte della salute si registrano forti miglioramenti grazie ad una riduzione della probabilità di morte per malattie non trasmissibili (-3,8%) ed il consumo di alcol (-7,1%). Abbiamo invece un leggero miglioramento in altri quattro ambiti: l'istruzione, dato che aumenta la formazione continua (+5,7%) ed anche la quota di laureati (+9,7%); la parità di genere con l'aumento della quota di consigliere regionali (+14,3%) e del tasso di occupazione femminile (+6,7%); il lavoro e la crescita economica dato che diminuisce il tasso di infortuni mortali ed inabilità permanenti (-37,7%), ma aumenta il part-time involontario (+1,7%); le infrastrutture e l'innovazione visto che aumentano le famiglie collegate alla banda larga (+37,5%) e le imprese con attività innovative di prodotto e/o di processo (+16,1%).

Dove restiamo stabili. Il Trentino fa registrare una sostanziale stabilità per quattro ambiti della Rapporto Territori 2023. Per l'agricoltura e l'alimentazione aumentano gli investimenti per ettaro di superficie agricola coltivata (+114,5% tra il 2010 e il 2020), ma diminuiscono le persone con una adeguata alimentazione (-4,4%). Per l'energia non si rilevano progressi significativi sia per l'uso di energia rinnovabile (+3,9%), sia per l'efficienza energetica (+2,9%). Per le disuguaglianze diminuisce l'emigrazione ospedaliera (-2,8%), mentre gli altri indicatori rimangono stabili. Per il consumo e la produzione responsabili aumenta la raccolta differenziata dei rifiuti (+16,6%), ma sale anche la produzione di rifiuti urbani pro-capite (+2,8%).

Dove andiamo peggio

Come si diceva in apertura, non ci sono solo buone notizie nello studio Asvis. Il Trentino registra infatti un peggioramento nei rimanenti cinque ambiti. Per la povertà aumenta la povertà assoluta a livello di ripartizione Nord-Est (pari a 8,8% nel 2022) e la quota di persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali o di umidità (+0,6%). Per l'acqua pulita e i servizi igienico sanitari si riduce l'efficienza delle reti di distribuzione dell'acqua potabile (-5,7%). Per le città e le comunità diminuiscono i servizi offerti dal trasporto pubblico locale (-12,7%) e cresce l'uso di mezzi privati (+4,8%). Per la vita sulla Terra aumenta l'indice di copertura del suolo (da 101,7 a 103,9 punti tra il 2012 e il 2022). Per la giustizia e le istituzioni si incrementa il tasso di truffe e frodi informatiche (+148,8 % tra il 2010 ed il 2021), così come la durata dei procedimenti civili (+142 giorni tra il 2012 ed il 2022).

Gli obiettivi già raggiunti. Per quanto riguarda il focus dei singoli obiettivi sostenibili già raggiunti in Trentino, gli esperti dell'Asvis segnalano il basso livello di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione: attualmente è al 7,3% e quindi ben sotto la soglia fissata del 9%. Obiettivo raggiunto anche per la quota di posti dei servizi educativi per l'infanzia, pari al 41,1% (l'obiettivo era il 33%). Freccia verde anche per le disuguaglianze di reddito, ben inferiori alla media nazionale con un livello pari a 4,3 nella differenza tra ultimo quintile e primo quintile.

Dove si deve migliorare. Infine tra i singoli focus vengono segnalate alcune situazioni da migliorare dato che gli obiettivi prefissati si allontanano: abbiamo una bassa efficienza delle reti idriche (68,6%), consumi di energia superiori del 27,5% rispetto al dato nazionale, un consumo di suolo in aumento (10,3 nuovi ettari consumati per 100mila abitanti) distanti dall'obiettivo di azzerare il consumo entro il 2050. E, infine, una quota di rifiuti urbani che con 524,5 chili per abitante all'anno è superiore al dato nazionale.

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