Progetti / L'allarme

Tagli governativi al Pnrr, sale la preoccupazione: opere dei Comuni a rischio

In Italia mancano 10 miliardi di euro per i progetti locali, in Trentino si stanno facendo i conti per dare una dimensione alle ricadute negative

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di Matteo Lunelli

TRENTO. I numeri sono decisamente impressionati: mancano 10 miliardi di euro per i progetti che coinvolgono 7.000 comuni italiani. La questione sono i fondi del Pnrr, considerando che dalla revisione che il governo ha concordato con Bruxelles sono stati risparmiati 3 miliardi di tagli, ma restano comunque quasi 10 da coprire. A lanciare l'allarme è il presidente nazionale dell'Anci Antonio Decaro, sindaco di Bari.

Ma la preoccupazione riguarda anche il Trentino, come ammette il presidente del Consorzio delle Autonomie locali Paride Gianmoena: «Condividiamo le preoccupazioni lanciate dall'Anci: abbiamo letto le cifre e inevitabilmente anche dei progetti dei comuni trentini saranno coinvolti. Ma le notizie sono freschissime e non abbiamo ancora un elenco preciso. Abbiamo attivato i nostri canali per capire meglio, stiamo seguendo con attenzione l'evolversi della situazione».

I soldi del Pnrr, si sa, rappresentavano una boccata d'ossigeno fondamentale per i conti e i bilanci dei comuni, anche trentini. Ora, parte dei progetti e delle piccole opere previsti dal piano iniziale sono già partiti e i soldi sono già stati spesi. Un'altra parte, invece, è in bilico. La questione è complessa perché, come spiega anche lo stesso Gianmoena, i passaggi sono molti e la burocrazia è forte: i comuni erano abituati a interfacciarsi direttamente con la Provincia e con piazza Dante. Ora questo passaggio rimane, ma poi la Provincia deve interloquire con lo Stato che a sua volta parla con Bruxelles. E quindi, con tutti questi passaggi, la situazione si complica e le risposte richiedono tempi più lunghi.

Una delle questioni chiave legata al Pnrr riguarda il progetto della circonvallazione di Trento: «Un'opera fondamentale e strategica - spiega Gianmoena - sia per la città sia per tutto il Trentino. So che il presidente Fugatti sta parlando con lo Stato e lui stesso ci ha rassicurato».

Altro tema centrale: gli acquedotti. «Per i nostri comuni la partita del risparmio idrico è centrale: abbiamo realizzato degli studi e stimato una necessità di 400 milioni di euro di finanziamenti per poter soddisfare le esigenze e le richieste dei vari territori e dei comuni. Abbiamo partecipato a bandi nazionali ma senza esito. Poi ci sono stati i tavoli condotti alla fine della scorsa legislatura, quando era Mario Tonina ad occuparsi di quella competenza. Ora dobbiamo capire se le modifiche di venerdì porteranno novità positive o negative su quella partita, fermo restando che resta aperta e che sappiamo bene che i 400 milioni sono una cifra importante e non ci aspettiamo che vengano coperti tutti e subito, ma con un progetto "un po' alla volta". Il ragionamento con la Provincia resta aperto».

Insomma, la situazione attuale è incerta e complicata: sulla circonvallazione ci sono rassicurazioni ma non certezze, sugli acquedotti i ragionamenti vanno avanti ma anche in questo caso non ci sono certezze. E poi c'è appunto la "scure" dei 10 miliardi in meno: quando si avrà una lista dei progetti trentini "tagliati" si potrà capire meglio l'impatto, sia sui bilanci comunali sia sugli stessi cittadini.

Decaro è stato decisamente chiaro nel dipingere la situazione nazionale: «Mancano nove miliardi, quasi 10. In merito alle rassicurazioni del ministro Fitto riteniamo che l'operazione deve essere contestuale: lo stesso giorno in cui si spostano i fondi del Pnrr vanno messe le risorse nuove. Questo però da solo non basta: per noi è fondamentale che le procedure che si useranno poi per utilizzare queste nuove risorse siano le stesse previste per le opere finanziate con il Pnrr. Ad oggi solo i lavori inseriti nel Pnrr beneficiano delle semplificazioni, le altre opere comunali finanziate con altre risorse seguono le procedure ordinarie, che fanno perdere un sacco di tempo.

Per i Comuni si trattava di risorse importanti, che servivano davvero a cambiate la vita delle nostre comunità. Per quello abbiamo lottato per avere quelle risorse, per rispettare gli impegni e per fare nei tempi previsti sia le progettazioni che le gare. Francamente non si è ancora capito perché abbiano voluto stralciare queste opere».

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