Giustizia / Il caso

Minaccia di morte il rivale in amore, poi si scusa con 300 euro e il caso è chiuso

L'episodio, accaduto nelle valli del Noce, è finito davanti al giudice di pace dopo che la persona offesa ha presentato querela. Gli episodi sono ripetuti. Addirittura in un caso l'imputato si era rivolto al rivale «maneggiando con un fare intimidatorio una chiave lunga per porta blindata»

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TRENTO. Le parole, pur dettate dalla rabbia e dalla gelosia, sono state pesanti: «Ti apro, ti squarcio la pelle, vengo a prenderti assieme ai miei amici che non vedono l'ora di farti fuori, ti ammazzo». Destinatario delle minacce è stato il rivale in amore, ossia il presunto amante della (ormai ex) moglie dell'imputato. Eppure con 300 euro il fatto è stato cancellato. Nel linguaggio della legge si chiama condotta riparatoria, che può portare all'estinzione del reato qualora soddisfi «non solo le legittime pretese chieste dalla persona offesa, ma soprattutto "le esigenze di riprovazione del reato e di prevenzione", esigenze alla soddisfazione delle quali provvede essenzialmente la pena», come si legge nella sentenza.

L'episodio, accaduto nelle valli del Noce un anno fa, è finito davanti al giudice di pace dopo che la persona offesa ha presentato querela. Gli episodi sono ripetuti. Addirittura in un caso l'imputato si era rivolto al rivale «maneggiando con un fare intimidatorio una chiave lunga per porta blindata».

Per evitare la condanna, lo stesso uomo accusato di minacce ha depositato attraverso il suo legale copia della lettera inviata alla vittima e contenente un assegno di 300 euro. Per il giudice «l'importo offerto dall'imputato è apparso congruo a risarcire il danno alla persona offesa»: il reato si è dunque estinto attraverso la condotta riparatoria.

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