Politica / La polemica

Bufera sull'accordo Provincia-Stato, Rossi: «Ma quali 468 milioni da Roma, quelli sicuri sono solo 40 e poi si vedrà»

L'ex presidente si scaglia contro gli annunci di Fugatti, in piena campagna elettorale, su una intesa "accise", reputata a rischio boomerang per le finanze dell'autonomia: «C'è scritto chiaramente che i 40 milioni del 2023 arriveranno, mentre per la parte restante lo Stato "si impegna a reperire le risorse". Di certo così il Trentino rinuncerà per sempre al gettito, quindi a minimo 30 milioni l'anno»

INTESA Gettiti arretrati, accordo raggiunto
FUGATTI "In arrivo risorse importanti ai nostri bilanci"
SINDACATI "Non ci sono più scuse, soldi alla sanità e alle famiglie”

di Matteo Lunelli

TRENTO. Da una parte la gioia di Maurizio Fugatti. Dopo i sorrisi e i brindisi di lunedì a San Michele, ieri sui propri profili social ha postato la fotografia dell'articolo dell'Adige con tanto di colonna sonora. E la canzone scelta spiega tutto: "The best" di Tina Turner, con quel ritornello "sei semplicemente il migliore" che racconta la sua gioia dopo l'accordo con il ministro Giorgetti.

Chi sicuramente avrebbe scelto una canzone diversa per la notizia dei 468 milioni in arrivo grazie all'accordo con lo Stato, è l'ex presidente Ugo Rossi. «Ho letto l'accordo, ho recuperato vecchi protocolli e delibere, sono tornato a ripescare le carte e i documenti ufficiali, perché di quella questione me ne sono occupato direttamente anche io in passato. E la realtà è decisamente differente dai comunicati stampa di piazza Dante. L'Autonomia ha un bisogno assoluto di trasparenza: in consiglio chiederà un'informativa urgente a Fugatti, perché quando in un periodo di amministrazione ordinaria - visto che ci sono le elezioni - si firmano accordi così con lo Stato non va bene. Basta con la comunicazione elettoralistica».

Rossi spiega, fornisce dati e numeri, cita leggi e stralci di accordi. Ammette serenamente che qualche aspetto positivo c'è, ma lo sguardo va ampliato, non si può guardare solamente alla cifra totale (appunto i 468 milioni, più i 15 all'anno di "sconto" per il contributo al risanamento dei conti nazionali, che però non durerà per sempre e anzi verrà rinegoziato). Insomma, Giorgetti non è arrivato con una valigetta da 735 milioni da "regalare" a Trentino e Alto Adige. Qualcosa "in cambio", nonostante si trattasse di crediti dovuti per le due province autonome, lo ha voluto.

«Nell'accordo è scritto chiaramente che i 40 milioni del 2023 arriveranno, mentre per la parte restante lo Stato "si impegna a reperire le risorse". Insomma i milioni non sono 468, sono 40 + vedremo. Altro aspetto: nell'accordo - ed è una bella notizia - sono stati quantificati gli arretrati, appunto 468 per i tredici anni di mancati pagamenti. Quindi significa che il gettito vale circa 36 milioni all'anno. Facciamo 30 per stare bassi. A fronte di questo, quindi di 40 milioni + vedremo, il Trentino rinuncerà per sempre al gettito, quindi a 30 milioni l'anno per stare bassi. È vero che il "green" sta crescendo e che verosimilmente le accise sui carburanti da riscaldamento andranno calando, ma ad oggi non ci sono certezze. Poi, ancora: dovremo modificare lo statuto di Autonomia e rinunceremo alla altre partite finanziarie aperte, tra le quali il principio di neutralità fiscale.

Infine, ma non meno importante, rinunciamo al gettito Imis sui capannoni, che chiediamo da anni e vale 52 milioni all'anno. So che le materie sono tecniche e su alcune cifre non ci possono essere certezze, ma parlare di un incasso di 468 milioni senza spiegare a cosa rinunciamo vuol dire mistificare la realtà». Da autonomista Rossi sottolinea che gli aspetti più gravi della vicenda non sono tanto le cifre, visto che alcune possono cambiare, ma l'aver rinunciato a dei principi per i quali in passato si era combattuto. «Un principio è per sempre, uno sconto no. Quello sulla neutralità fiscale (ovvero: se lo Stato abbassa le tasse, allora il bilancio delle province autonome si abbassa) era un tavolo importante e andava mantenuto.

E perché rinunciare per sempre alle accise? E se poi ci tolgono quelle sul gasolio, che valgono centinaia di milioni di euro all'anno? Non mi spiego, infine, tutta questa fretta. O, meglio, me la spiego vista la scadenza elettorale e la possibilità di fare l'ennesimo slogan e l'ennesimo comunicato stampa».

Non solo Rossi: Campobase ha spiegato che «Giorgetti ha tutelato gli interessi dello Stato. La Provincia, invece, si muove col motto "Pochi, maledetti e subito. E le rinunce sono enormi». Perplessa anche Lucia Maestri (Pd): «Tanto rumore per nulla. O, meglio, tanto rumore solo per fare campagna elettorale. L'accordo sembra scritto sulla sabbia. Di certo ad oggi ci sono solo due cose: i 40 milioni di euro per quest'anno e la rinuncia dell'Autonomia non solo ai gettiti delle accise sui combustibili per riscaldamento (circa 30 milioni di euro l'anno di entrate presunte) ma anche a quelli dell'Imis sui capannoni (50 milioni annui)».

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