Animali / I nodi

Orsi, l'Enpa diffida la Provincia: "Il cucciolo M89 va rimesso in libertà"

L'Ente nazionale protezione animali chiedeo il reinserimento immediato in natura dell'esemplare che si trova in cattività a Spormaggiore, recuperato dai forestali lo scorso aprile, era ferito in un canalone. Sul fronte lupi, 15 associazioni europee si appellano alla Ue per contrastare l'iniziativa che porterebbe a un declassamento dello status di protezione di questa specie

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TRENTO. L'Ente nazionale protezione animali (Enpa) ha inviato una diffida al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, chiedendo il reinserimento del cucciolo di orso M89, che si trova in cattività in una struttura di Spormaggiore. "M89, separato prematuramente dalla madre, deve seguire un percorso etologico che compensi l'assenza della figura materna e che gli permetta di essere autosufficiente, tenendosi a debita distanza dall'uomo. Tuttavia è necessario che tale percorso inizi nel più breve tempo possibile, secondo i consigli degli esperti da noi indicati: perdere tempo significherebbe condannare all'ergastolo il povero orso M89. Una condanna immotivata e contraria a tutte le norme nazionali e internazionali", scrive l'associazione.

L'esemplare è stato recuperato in un canalone dal corpo forestale trentino lo scorso aprile perché ferito. Nel mese di agosto Enpa ha inviato a Fugatti e al ministro dell'Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, una proposta finalizzata al reinserimento del cucciolo in natura. La richiesta non ha ancora ricevuto riposta.

Frattanto, quindici associazioni europee, tra cui l'italiana "Io non ho paura del lupo", hanno inviato una lettera alle istituzioni Ue, alla presidente Ursula Von der Leyen e al commissario europeo per l'ambiente, Virginijus Sinkevičius, per manifestare la propria preoccupazione per l'appello alle autorità locali degli diversi Stati membri a fare pieno uso delle deroghe esistenti nell'ambito della Direttiva Habitat e per l'invito a presentare i dati in vista di un riesaminare dello stato di conservazione del lupo.

"Oggi le popolazioni di lupo in alcune parti d'Europa sono in espansione, tornando in aree dove il lupo era stato perseguitato e sterminato nel secolo scorso, mentre in altre parti sono mantenute a livelli inaccettabilmente bassi per ostacolarne l'espansione naturale. Secondo la Large Carnivore Initiative for Europe, l'attuale tendenza positiva può essere facilmente invertita, poiché i principali problemi di conservazione non sono stati risolti e molti di essi non sono ancora nemmeno stati affrontati. È quindi deplorevole che il presidente della Commissione europea abbia segnalato, contrariamente alle raccomandazioni della comunità scientifica, che lo stato di conservazione del lupo è assicurato e che gli abbattimenti possono essere utilizzati più liberamente per risolvere potenziali conflitti", scrivono le associazioni. Nella lettera si chiede che lo status di protezione del lupo rimanga quello attuale.

"La pratica di ricorrere alle deroghe - proseguono le organizzazioni firmatarie - suscita serie preoccupazioni. Invece di invitare le autorità locali a ricorrere maggiormente a deroghe in maniera generica, il ricorso alle eccezioni dovrebbe essere limitato a situazioni in cui i risultati della ricerca scientifica supportano chiaramente la conclusione che l'abbattimento è l'unica soluzione efficace in una determinata situazione".

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