Educazione / La sfida

Scuole dell’infanzia aperte a luglio, polemiche senza fine. Minoranze e sindacati non mollano: “Scelte sbagliate”

“È tempo di passare all'azione”, scrivono in una nota Paola Demagri e Michele Dallapiccola di Casa Autonomia. E aggiungono: “Continuano le proteste perché si tratta di proposte populiste che, pur essendo gradite da parte della popolazione per questioni di praticità, mancano di valore pedagogico”

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TRENTO. L'apertura delle scuole dell'infanzia a luglio continua a far discutere. Dopo l'analisi dell'assessore Mirko Bisesti a commentare è la Uil Scuola: “Ancora una volta l'attenzione è posta sul lavoro del personale nel mese di luglio e non sui reali problemi ai quali la politica deve dare risposte. Le bambine e i bambini, in Trentino come altrove, necessitano di scelte coraggiose e di qualità, di impegno perché i genitori abbiano la possibilità di passare più tempo con i figli e perché questi possano scegliere attività diverse dalla scuola, su tutto il territorio, nei mesi estivi”.

“Le segnalazioni del personale riportano invece criticità all'interno delle scuole, documentate attraverso le numerose lettere e le proteste messe in atto rispetto alle quali non c'è, ad oggi, riscontro. È necessario evidenziare ancora una volta come le problematiche della scuola dell'infanzia non sono legate al solo mese di prolungamento del calendario scolastico ma ad una molteplicità di fattori che negli ultimi anni hanno reso sempre meno adeguata la scuola ai bisogni dei piccoli e sempre meno attrattiva la professione di insegnante”.

Anche il mondo della politica non sta a guardare: “È tempo di passare all'azione», scrivono in una nota Paola Demagri e Michele Dallapiccola di Casa Autonomia. «Continuano le proteste perché si tratta di proposte populiste che, pur essendo gradite da parte della popolazione per questioni di praticità, mancano di valore pedagogico. In aggiunta a tutto questo appare palese l'impoverimento delle competenze delle cooperative che erogano da sempre servizi di conciliazione”.

”Come Casa Autonomia abbiamo scelto la strada dell'ascolto dei professionisti in incontri appositamente pensati e stiamo cercando di costruire un programma politico adeguato partendo dal basso, da chi la scuola dell'infanzia la vive quotidianamente e in ogni sua sfaccettatura. Negli incontri fatti abbiamo raccolto il disagio di un sistema ferito: sono mancati in questi 5 anni ascolto e sensibilità nei confronti di una società che cambia. Non si può continuare così: ogni decisione presa, specialmente quelle che riguardano la scuola, ha implicazioni sul lungo periodo che vanno considerate. È facile dire di volere la scuola aperta a luglio, ma se si riflette e si ascoltano gli addetti ai lavori si può capire come una manovra simile possa essere dannosa”.

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