Trasporti / Il progetto

Passo avanti per il treno delle Dolomiti, tra la Valsugana e il Bellunese: scatta la fase due

La Provincia di Trento, quella confinante e Rfi hanno valutato tre ipotesi sulla base della esistente convenzione: emerge che la migliore è quella diretta da Feltre a Primolano, 760 milioni e sette anni di lavoro

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TRENTO. Passo avanti per il progetto di un nuovo collegamento ferroviario tra la Valsugana e il Bellunese, che costituirebbe un segmento fondamentale per completare un anello dolomitico su strada ferrata.

Si è conclusa ufficialmente, infatti, la Fase 1, iniziata nell’ottobre 2017, della Convenzione tra la Provincia di Belluno e la Provincia di Trento relativa al “Progetto Strategico Treno delle Dolomiti - Ferrovia bellunese sud”.

Dopo anni di protocolli, schemi d’intesa, convenzioni e studi emerge «come sia vincente la soluzione 3, con una sufficiente stabilità se consideriamo valida l’ipotesi di equiripartizione dei pesi tra i criteri»: meglio, quindi, la tratta Feltre-Primolano, con un investimento di 760 milioni di euro.

La convenzione sottoscritta tra RFI e Provincia, infatti, prevedeva lo studio di tre differenti tracciati a semplice binario: per un nuovo collegamento tra le linee esistenti Calalzo – Padova (via Belluno e Feltre) e Trento – Venezia Mestre (Valsugana), l’inizio dei tracciati coincideva per tutte e tre le soluzioni con l’attuale stazione di Feltre (Belluno), mentre lato Valsugana il termine dei rispettivi collegamenti era previsto nella soluzione 1 nella stazione di Borgo Valsugana Est (costo 2 miliardi e 950 milioni), nella 2 nella stazione di Grigno (1 miliardo di euro) e nella 3, appunto, a Primolano.

Da tempo forze sociali, comitati popolari e esponenti politici supportano la proposta di un anello ferroviario delle Dolomiti che unirebbe le tre province di Trento, Bolzano e Belluno.

Sono due le linee mancanti per creare questo percorso ideale, che secondo i promotori avrebbe un'elevata attrattiva turistica, oltre a rispondere a esigenze di trasporto locale. Nella parte più meridionale, si tratterebbe appunto di collegare la ferrovia della Valsugana con la città di Feltre, dove ci si connetterebbe alla linea Padova-Calalzo di Cadore.

Da quest'ultima località bellunese, nel cuore delle Dolomiti, parte il secondo progetto che punta a far rivivere la storica strada ferrata che attraverso Cortina d'Ampezzo arrivava a Dobbiaco, congiungendosi alla linea della val Pusteria. La «Dolomitenbahn» fu inaugurata nel 1921 e chiusa definitivamente nel 1964: oggi larga parte del vecchio sedime è diventato una pista ciclabile e il nuovo treno correrebbe altrove, sempre circondato dai paesaggi incantati dei Monti Pallidi.

Ma torniamo alla Valsugana. Per quanto riguarda le ipotetiche tempistiche, dai documenti emerge che «in questa fase progettuale i tempi necessari alla realizzazione delle diverse alternative possono stimarsi in circa 13 anni e mezzo per la soluzione 1, 10 anni per la soluzione 2 e 7 anni per la prospettata soluzione 3.

I dati, le ipotesi e le stime emergono dalle ricerche redatte dalla società RFI SpA: “Studio di pre-fattibilità dell’Ipotesi di un nuovo collegamento tra la linea Bellunese e la linea Valsugana – Relazione generale”, “Studio di trasporto e Analisi Multi-Criteri delle alternative” e “Analisi Costi Benefici”. Grazie a questi lavori, come accennato, si potrà passare alla Fase 2, ovvero il “Monitoraggio degli indicatori di risultato, che avrà tempi decisamente brevi e si concluderà entro il termine del 31 agosto 2023.

Il collegamento Feltre-Primolano, viene specificato, fa parte del progetto più ampio del “Dolomiti Ring”, l’anello dolomitico Bressanone-Brunico-Belluno-Valsugana-Trento. Alcuni dettagli sull’ipotesi Feltre-Primolano: «la Soluzione 3, che connette Feltre e Primolano, arriva dopo circa 8 chilometri alla nuova stazione di “Arten-Fonzaso”.

Successivamente supera il torrente Cismon e prosegue nel comune di Fonzaso per poi entrare in galleria per circa 7 chilometri, attraversando sotto l’abitato di Tol e di Arsiè.

Infine, il tracciato prosegue allo scoperto riaffiancandosi alla linea esistente fino alla stazione di Primolano. L’intero tracciato è lungo 19,3 chilometri, di cui 9 in galleria.

La pendenza massima allo scoperto risulta essere pari al 28,98%, mentre quella massima in galleria è pari a 17,55%».

Nello studio, infine, si sottolinea che «i risultati mostrano una scarsa risposta della domanda alla variazione del livello di servizio del trasporto pubblico locale generata dalla presenza del nuovo collegamento ferroviario: la variazione del numero di veicoli-chilometri su strada non appare elevata.

Due i fattori che determinano questo risultato: il primo è da attribuire a fenomeni di mobilità tra i due comprensori collegati, quello della Valsugana e quello del Bellunese, non particolarmente intensi, caratteristica che può in qualche modo essere evidenziata analizzando gli attuali traffici che si sviluppano sull’asse viario statale 47 – SS50.

Il secondo elemento è costituito dal fatto che la quota di domanda di trasporto più elevata è di medio/corto raggio, non in grado di influenzare positivamente la redditività dell’investimento.

Un’analisi condotta sulla stagionalità dei flussi ha posto tra l’altro in evidenza come fenomeni di incremento si registrino unicamente per la mobilità stradale (in estate) e che viceversa sulle due linee al più la consistenza dei flussi rimanga costante nei due periodi (per la direttrice Trento-Primolano-Bassano del Grappa-Venezia) a addirittura si riduca drasticamente in estate (per la direttrice Belluno-Feltre-Treviso)».

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