Fauna / Il caso

La Leal: "Jj4 innocente, a uccidere Andrea Papi è stato un orso maschio". La famiglia: "Ricostruzioni fantasiose e incredibili"

L'associazione animalista fa riferimento alla perizia forense e in particolare alle impronte del morso e chiede che l'orsa venga subito liberata. La famiglia della giovane vittima si dice stupita e afferma che "non intende accettare ulteriori provocazioni"

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TRENTO. Secondo l'associazione Leal-Lega antivivisezionista, l'orsa Jj4 non sarebbe la responsabile dell'aggressione e dell'uccisione del runner di 26 anni Andrea Papi, avvenuta il 5 aprile scorso nei boschi sopra Caldes, in valle di Sole.

Secondo quanto si legge in una nota diffusa oggi dalla Leal, sulla base della perizia forense firmata dai veterinari Cristina Marchetti e Roberto Scarcella e presentata al Tar di Trento dall'organizzazione animalista, a uccidere il giovane sarebbe stato un esemplare maschio adulto.

Leal ha chiesto, attraverso una nota, la liberazione immediata dell'orsa e le dimissioni del presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.

L'orsa Jj4 era stata identificata come la responsabile dell'aggressione attraverso l'analisi del dna trovato sul corpo del giovane runner durante l'autopsia effettuata dai periti incaricati dalla Procura di Trento, Federica Bortolotti, Heidi Hauffe e Alessandro De Guelmi.

"La famiglia Papi intende prendere le distanze da ricostruzioni che allo stato non trovano, secondo gli atti ufficiali, oggettivi riscontri, confidando che la relazione peritale disposta dalla Procura, quando sarà depositata, possa mettere un punto alla dolorosa vicenda": così, la famiglia di Andrea Papi, in una nota diffusa questa sera.

La famiglia riferisce di leggere con "stupore il comunicato della Leal" e dichiara che "non intende accettare ulteriori provocazioni".

"La Procura - prosegue la nota - ha disposto un incidente probatorio i cui esiti non sono ancora noti, se non per alcuni aspetti già evidenziati con un comunicato stampa dal Procuratore della Repubblica e che vanno nella direzione opposta rispetto alle sensazioni dei consulenti di parte della Leal".

La famiglia torna a chiedere "rispetto e comprensione", e rileva di "aver sopportato ricostruzioni fantasiose e francamente incredibili".

Da parte sua, la Provincia non commenta il comunicato diffuso dall'associazione animalista, tuttavia trapela la convinzione sulla correttezza analisi genetiche che hanno permesso di identificare in modo scientifico l'animale responsabile dell'aggressione di Andrea Papi, caposaldo attorno al quale sono maturati i provvedimenti di pubblica sicurezza adottati.

Le analisi sono state condotte sui reperti individuati sulla vittima all'interno di un quadro valutato da Ispra.

Nel comunicato stampa, della Leal ci si riferisce in particolare alle impronte del morso: "La dentatura di un animale, per la medicina veterinaria forense, ha lo stesso valore delle impronte digitali umane. E nelle relazioni si legge che sono state rilevate lesioni identificabili come da penetrazione di coppia di canini caratterizzate da una distanza tipica dei canini di un orso maschio adulto. Le femmine di orso presentano infatti misure inferiori rispetto ai maschi sia come massa corporea sia come misure dentali".

L'associazione animalista, infine, per quanto riguarda il dna, fa una osservazione richiamandosi alle origini del progetto Life Ursus: "Essendo quella trentina una popolazione derivante da pochi soggetti capostipiti, sappiamo che essa è caratterizzata da una limitata variabilità genetica. Se da un lato varie fonti non ufficiali si esprimono con avverbi di non certezza (esempio: presumibilmente), dall’altro lato, al contrario i provvedimenti prospettati sul destino dell’orso lasciano dedurre che l’identificazione sia avvenuta con elevato grado di certezza".

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