Crisi / L'emergenza

Impennata di tassi d'interesse e caro affitti: anche in Trentino la casa diventa un lusso

L'allarme di Manuela Faggioni Sella (Sunia Cgil): «Il problema delle locazioni è grave, ma anche chi ha acceso un mutuo ora è preoccupato. E questo, sui nuclei familiari non agiati, sulle giovani coppie, è fonte di grande inquietudine»

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di Chiara Zomer

TRENTO. La casa era un problema per troppe persone già l’anno scorso. Ma da questo gennaio per sempre più famiglie avere un tetto sulla testa forse non diventa un lusso, ma erode tanta parte della capacità di spesa. Sul fronte affitti, è l’inflazione a pesare. Perché i contratti a lungo termine prevedono praticamente tutti una clausola di adeguamento del canone all’inflazione così come calcolata dall’Istat.

Il minimo che viene previsto, come aumento, è il 75% dell’inflazione, ma tanti prevedono il 100%.

«Questo significa, con l’inflazione di quest’anno, che come minimo molte famiglie si trovano fin dall’affitto di gennaio un aumento de 7,5%, fino ad arrivare all’11% - spiega Manuela Faggioni Sella (Sunia Cgil) - e questi aumenti si sommano a quelli di cui sapiamo, relativamente a luce e soprattutto gas. Il problema è che si tratta di costi non comprimibili, le famiglie possono solo pagare di più».

Per forza: se si alza il prezzo dell’abbigliamento, ci si compra una maglia in meno, se si alza il prezzo dei trasporti si può viaggiare meno, risparmiare sulla benzina. Ma l’affitto è l’affitto. Va pagato e basta, non c’è modo di limitare il danno sul bilancio famigliare.

E la questione non riguarda solo gli inquilini: «Il problema degli affitti è grave, ma anche chi ha acceso un mutuo non è meno preoccupato - prosegue Faggioni - perché si stanno vedendo aumentare i tassi d’interesse e quindi le rate, aumenti che si aggiungono comunque anche all'aumento delle spese bancarie. E questo, sui nuclei familiari non agiati, sulle giovani coppie, è fonte di grande preoccupazione. Insomma, la casa è fonte di grande preoccupazione, quest’anno. In un contesto di prezzi alti e stipendi che non sono aumentati, queste persone finiscono per ridurre la loro disponibilità economica per alimenti di qualità, per lo sport per i figli, per la salute propria e della famiglia».

Al momento non c’è un picco di morosità e quindi di sfratti, ma resta un allarme a cui va data una risposta: «L’unico aspetto positivo della Finanziaria è la riproposizione del tavolo sulle politiche abitative. La situazione di criticità sta prendendo una forma e dimensione che ormai si può definire emergenza. Il tavolo permette di discuterne con tutti i soggetti coinvolti, speriamo che l’assessora Segnana lo convochi il prima possibile». Servono, ribadisce, politiche abitative concrete: «Il nostro territorio per tanti motivi, gli affitti sono più alti di qualsiasi altro territorio a parità di numero di abitanti. Il costo dell’affitto da noi è assolutamente fuori scala. Se prendo questa, come situazione di partenza, e aggiungi le spese per le utenze, capisci che servono risposte di lungo periodo, una programmazione che manda da un decennio. Questo chiederemo all’assessora, quali politiche intende mettere in campo, in termini di edilizia agevolata, social housing, contributi alle giovani coppie, ristrutturazione degli alloggi Itea».

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