Gioco / Il caso

Slot, stop temporaneo alle rimozioni: la Provincia invita alla prudenza

Da piazza Dante un invito rivolto ai municipi, tramite il Consorzio del Comuni trentini, a valutare l'opportunità di sospendere fino al 12 gennaio l'adozione di provvedimenti di rimozione degli apparecchi sulal base delle norme che li vietano nei luoghi sensibili

PROVINCIA Slot machine, il Consiglio di Stato blocca la legge trentina
LA NORMA Le slot devono essere lontane da "zone sensibili"

TRENTO. Un invito a valutare l'opportunità di sospendere fino al 12 gennaio - e comunque fino a comunicazione ufficiale - l'adozione di provvedimenti di rimozione degli apparecchi. E un invito a verificare se i luoghi sensibili individuati nelle mappe siano in concreto riconducibili ai luoghi sensibili individuati dall'articolo 5, comma 1 della legge provinciale numero 13 del 2015. Queste le raccomandazioni inviate dalla Provincia al Consorzio del Comuni trentini e quindi da "girare" alle amministrazioni.

Il tema è quello, sempre caldo, delle slot machine all'interno delle sale giochi. Slot che - prevede la legge - possono restare solo se si trovano in un edificio che dista almeno 300 metri da un luogo sensibile. Ossia a 300 metri di distanza da scuole, centri anziani, ospedali, cimiteri, luoghi di culto e altro. La legge è diventata effettiva per le sale gioco in agosto quando sono scattate anche le prime multe e relative rimozione di apparecchi. Ed è iniziata una disputa legale. Con il Tar che in più sentenze non ha accolto la sospensiva e ha rinviato le udienze chiedendo a Comuni e Provincia un'integrazione della documentazione relativa a - di fatto - le ragioni della norma.

Ma poi è arrivato il Consiglio di Stato. Che ha sospeso l'ordinanza di rimozione che colpiva una sala di Trento.

Una decisione che ha avuto come conseguenza la missiva firmata dal Servizio artigianato e commercio ufficio sostegno e promozione attività economiche della Provincia che invita i Comuni a fermare i provvedimenti di rimozione.

E anche a rivedere (o meglio, a controllare) le mappe che indicano i luoghi sensibili. Una missiva che è di metà dicembre ma che non era stata resa pubblica. Ma comunicata solo ai Comuni. Una missiva salutata positivamente dall'avvocato Michele Busetti che è legale di diversi gestori di sale slot.

«Viene posta attenzione ad una questione importante, in attesa delle sentenze. I gestori vorrebbero ora un confronto franco con l'ente pubblico per riuscire a trovare la soluzione migliore per tutti. Ricordo che io rappresento imprenditori che lavorano legalmente e nel massimo rispetto delle leggi. Si tratta di un settore sottoposto a controlli continui che chiede solo di poter lavorare».

Ma cosa c'è scritto nel decreto del presidente della quarta sezione del Consiglio di Stato?

Il "criterio del compasso" e il "diritto tiranno" sono al centro della decisione. Che spiega come, nel caso specifico «occorre considerare da un lato che neanche la tutela del diritto alla salute, per quanto nella specie effettivamente sussistente, può configurarsi come cosiddetto "diritto tiranno" rispetto agli ulteriori diritti, pure costituzionalmente rilevanti, che vengono concretamente in rilievo e, dall'altro, che (prima ancora che si ponga la necessità di ricorrere al sindacato accentrato di costituzionalità) non persuade neanche la modalità di calcolo delle distanze con il criterio del "compasso", piuttosto che invece secondo il criterio della distanza stradale pedonale nel rispetto della segnaletica vigente (che, evidentemente, ridurrebbe in qualche misura l'area di interdizione legale)».

Parole pesanti che hanno portato a - di fatto - una sospensione dei provvedimenti di rimozione degli apparecchi. Un invito a "restare fermi" anche perché a breve è attesa una nuova indicazione che peserà certamente sulle decisioni delle amministrazioni comunali trentine. Il 12 gennaio 2023 è fissata, infatti, l'udienza per la conferma (o meno) del decreto di cui sopra.

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