Sanità / L'allarme

Radiologia, al bando Apss per coprire ottanta turni risponde soltanto un gettonista

Continua a pesare la carenza di professionisti, il direttore del Sop Pier Paolo Benetollo: «Un problema che conosciamo da tempo e che non riguarda solo noi, ma molte altre realtà italiane. Abbiamo fissato un tetto per i turni con gettonisti e cerchiamo di coprire le carenze con il nostro personale»

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di Patrizia Todesco

TRENTO. La radiologia trentina continua a “boccheggiare” e soffrire la carenza di professionisti. Nemmeno il bando per incarichi libero professionali per cercare medici specialisti in radiologia ha permesso di coprire le carenze.

Nel bando venivano raccolte domande per 80 turni mensili di 12 ore di servizio attivo nelle varie unità operative di radiologia della rete ospedaliera. Venivano pagati 96 euro all’ora, quindi un totale di 1.200 euro lordi a turno. Una sola la candidatura arrivata. Un professionista che ha dato la disponibilità a coprire 6 turni al mese. Decisamente pochi rispetto agli 80 richiesti per soddisfare le esigenze.

«Un problema che conosciamo da tempo - dice il direttore del Sop Pier Paolo Benetollo - e che non riguarda solo noi, ma molte altre realtà italiane. Noi abbiamo fissato un tetto per i turni da coprire con i gettonisti e cerchiamo di coprire le carenze con turni aggiuntivi del nostro personale. Fino ad ora non abbiamo mai dovuto ricorrere alle cooperative, anche se nessuno nega che ci siano criticità».

Le speranze dell’Apss sono legate al nuovo primario che arriverà a febbraio a ricoprire l’incarico di direttore della struttura di radiologia di Rovereto. Si tratta del professor Carlo Cosimo Quattrocchi, attualmente in servizio al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma e che ha vinto il bando indetto dall’Università di Trento per professore ordinario per diagnostica per immagini, radioterapia e neuroradiologia. Quattrocchi, oltre che insegnare alla facoltà di medicina di Trento, ricoprirà appunto l’incarico di direttore a Rovereto.

«Pensiamo che possa essere un elemento d’attrazione anche per altri professionisti - dice Benetollo - e per quanto riguarda il suo collocamento sull’ospedale di Rovereto, questo rientra nella logica di essere una rete ospedaliera dove professionalità e attrazione non devono riguardare solo il S. Chiara ma tutti gli ospedali».

Nonostante i tanti turni da coprire e la carenza di professionisti, Benetollo assicura che i turni sono garantiti anche a Cles e Cavalese, dove, come ogni anno, in questo periodo si registra un forte aumento di lavoro legato all’arrivo dei turisti e ai traumi sciistici. Se dunque nemmeno il bando per libero professionisti ha permesso di coprire i turni, all’Azienda non rimane che appellarsi ai propri medici, già provati da mesi di turni massacranti.

«Certo con i soldi non possiamo risolvere tutti i problemi ma speriamo che nel medio termine questi innesti dal mondo universitario stimolino l’arrivo di altri professionisti». Proprio ieri, intanto, è andata in pensione un’altra radiologa “storica” del S. Chiara, Luisa Manes, segretaria del sindacato nazionale area radiodiagnostica. Era stata lei, nelle scorse settimane, a denunciare le gravi carenze della radiologia trentina in occasione dell’incontro dell’Intersindacale medica al S. Chiara.

«Da allora non è cambiato nulla, la situazione rimane grave al S. Chiara come nelle periferie. Solo a Trento, nel 2022, se ne sono andati quattro professionisti. L’area dell’urgenza ed emergenza non può chiudere e quindi l’ordinario finisce per avere tempi più lunghi. Inoltre i carichi di lavoro per i singoli professionisti sono sempre elevati. Proprio quest’ultimo aspetto, oltre all’elevato turn-over e alla qualità del lavoro, sono stati gli aspetti che mi hanno spinto ad andare in pensione».

Per quanto riguarda i bandi indetti dall’Università di Trento per ricoprire cattedre alla facoltà di medicina e direzioni di reparto, nei giorni scorsi si è concluso anche il concorso per anestesiologia. Il professionista scelto andrà a guidare il reparto di anestesia e rianimazione all’ospedale S. Chiara attualmente guidato a scavalco dal dottor Daniele Penzo.

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