Ambiente / L’indagine

I rifiuti della galleria del Brennero smaltiti anche nei biotopo vicini al Noce: i Noe sequestrano le aree in val di Non

Si allarga l’inchiesta che già a inizio anno aveva portato al sequestro di un impianto di recupero rifiuti. Indagate tre persone e un’impresa. Tra i reati contestati la gestione illecita di rifiuti
IL PRECEDENTE Il primo sequestro a Denno

TRENTO. Nelle bonifiche agrarie in valle di Non sarebbero finiti rifiuti di lavorazione della galleria del Brennero mescolati con fanghi e limi di impianti di lavorazione di terra e roccia da scavo. Nell'ambito della specifica manovra di monitoraggio nazionale sulle Grandi opere pubbliche i carabinieri del Noe e gli operatori del Nucleo ispettivo dell'Appa provinciale hanno infatti individuato a Campodenno e Ton, in Val di Non, in Trentino, le aree in cui sarebbero stati in parte smaltiti i rifiuti provenienti dai lavori per la realizzazione della Galleria del Brennero.

Secondo gli investigatori, sarebbero circa 100.000 i metri quadrati di terreni interessati. Tra le aree individuate anche un'area di pregio ambientale, un biotopo di 7.000 metri quadrati, scavato fino alla falda, dove sarebbero stati scaricati anche limi. Si tratta di una zona che si sviluppa tra il fiume Noce e la SS43, di proprietà del Servizio bacini montani della Provincia autonoma di Trento, senza che apparentemente nessuno si sia accorto di nulla. Sul fronte delle bonifiche agrarie sono state invece localizzate, sempre nella Val di Non, otto macro aree all'interno delle quali si ritiene fossero stati illecitamente smaltiti i rifiuti.

Al riguardo sono state registrate le prime iniziative dei proprietari dei terreni interessati dagli illeciti smaltimenti, immediatamente attivatisi per rimuovere i rifiuti e ripristinare le aree per la destinazione agricola, iniziative che dovranno essere adottate anche dagli ulteriori proprietari dei terreni interessati. Gli indagati sono tre, più un'impresa. Tra i reati contestati la gestione illecita di rifiuti, lo smaltimento in bonifiche agrarie, il traffico di rifiuti, l'utilizzo improprio di area demaniale e l'asportazione illecita di materiale, poi utilizzato in edilizia.
I sequestri odierni - informa il Noè - sono stati eseguiti nel prosieguo di un'ampia e complessa indagine, denominata "Brennero", che già agli inizi dell'anno aveva portato al sequestro di un impianto di recupero rifiuti, dove, secondo gli investigatori, i titolari, eludendo le norme tecniche e analitiche, facevano transitare i rifiuti, per poi recapitarli in quelle che avrebbero dovuto essere delle bonifiche agrarie, ma che di fatto si erano rilevate essere delle discariche abusive.

I carabinieri del Noe e gli ispettori dell'Appa, coordinati dal procuratore capo Sandro Raimondi e dalla pubblico ministero Alessandra Liverani della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo trentina, hanno individuato e sequestrato, in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip, altri siti in cui - secondo gli investigatori - venivano smaltiti abusivamente i rifiuti.

In particolare, oltre ad acquisire nuovi elementi circa i tempi e le modalità con cui i rifiuti venivano conferiti nelle principali bonifiche, alcune delle quali risultano peraltro già piantumate, nella nuova fase dell'inchiesta sono state individuate ulteriori aree adibite a discarica nei pressi del fiume Noce. Biotopi di interesse comunitario, di proprietà del demanio, che gli indagati - sostengono gli inquirenti - hanno prima abusivamente scavato, colmando successivamente i vuoti ottenuti con i rifiuti provenienti dagli impianti di macinazione degli inerti. In questo modo i tre indagati avrebbero tratto molteplici vantaggi economici: in particolare dalla vendita del materiale demaniale abusivamente asportato e dal denaro risparmiato smaltendo i rifiuti nei vuoti ricavati.

Con tali condotte - sottolinea il Noe - non solo è stato defraudato l'ente pubblico che aveva dato in concessione l'area per svolgervi attività di lavorazione degli inerti, ma è stato anche arrecato un danno ambientale - al momento non quantificabile - in una riserva naturale di interesse ecologico a elevata valenza.

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