Trento / Il Festival

Tawakkul Karman: "Le primavere arabe hanno abbattuto undici dittatori e la lotta per la rivoluzione continua"

L'attivista yemenita, Nobel per la pace, è intervenuta oggi, 2 giugno, alla kermesse trentina lanciando anche un appello contro la vendita di armi occidentali ai regimi autoritari e ricordando il sacrificio di tanti cittadini che si battono contro i regimi

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TRENTO. "Siamo molto dispiaciuti per la guerra in Ucraina: sappiamo cosa voglia dire una guerra e siamo solidali con la popolazione ucraina. Questo però è il risultato di politiche stupide dei governi occidentali, perché fare accordi con i dittatori significa dare loro la forza di fare ciò che Putin sta facendo in Ucraina. Non bisogna mai fidarsi dei dittatori".

Così, la premio Nobel per la pace, Tawakkul Karman, intervenuta all'incontro "La violenza come arma per risolvere i conflitti", organizzato questa mattina, 2 giugno, nell'ambito della prima giornata del Festival dell'economia di Trento.

Karman ha raccontato la sua storia e il suo impegno per la libertà, a partire dal movimento "Giornaliste senza catene", le battaglie per la parità di genere e per la democrazia nel proprio Paese, ricordando il valore delle sommosse popolari del 2011.

"Le primavere arabe sono iniziate con una grande speranza - ha detto - riuscendo a raggiungere grandi risultati, abbattendo 11 dittatori in pochi anni. La rivoluzione è ancora in corso, la gente ancora si sacrifica per la libertà e per la democrazia, ma ci sono tante forze che controrivoluzionarie appoggiate da Paesi come l'Iran, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti. Chi combatte ogni giorno per i propri diritti non si aspetta un supporto esterno, sicuramente non si aspetta un intervento militare dell'Occidente, ma è frustante è vedere come le democrazie facciano alleanze che rafforzano i dittatori. Chiediamo che non si facciano accordi con chi uccide gli yemeniti ogni giorno, non vendete loro armi. La lotta contro le dittature ha un prezzo molto alto. Ma non avremo paura, saremo noi a decidere il nostro destino. Il popolo yemenita arriverà alla democrazia".

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